Il caso Dassilva scuote il Senegal. Un funzionario del consolato a colloquio con il pm Paci

Il diplomatico si è anche recato in carcere da Louis, unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli. La vicenda del 34enne, marito di Valeria Bartolucci, ha avuto ampio risalto nel suo paese d’origine. .

Il caso Dassilva scuote il Senegal. Un funzionario del consolato a colloquio con il pm Paci

Il funzionario del consolato senegalese in Procura (. foto Migliorini

Un caso che ha valicato i confini nazionali. E la cui eco è arrivata fino in Senegal, paese natale di Louis Dassilva, il 34enne in carcere dal 16 luglio scorso per l’omicidio di Pierina Paganelli. Il delitto di via del Ciclamino fa discutere e accende i riflettori della stampa anche nel paese africano, dove nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli articoli e i servizi televisivi dedicati alla vicenda e all’incarcerazione di Dassilva. Un enorme risalto giunto anche all’orecchio del consolato senegalese di Milano. Che ha voluto vederci chiaro e comprendere meglio la situazione del proprio connazionale, principale indagato nell’inchiesta condotta dalla squadra mobile con il coordinamento del pm Daniele Paci. Il consolato ha così mandato a Rimini un proprio funzionario, giunto ieri in città insieme ad una interprete. La prima tappa è stata al carcere ‘Casetti’, dove il rappresentante del consolato si è intrattenuto per circa un’ora e mezzo in un colloquio con Dassilva. Quindi un breve incontro con l’avvocato Riario Fabbri, che insieme al collega Andrea Guidi fa parte del pool difensivo di Louis, per fare il punto sui prossimi passaggi giudiziari, a cominciare dall’udienza per l’incidente probatorio fissata per lunedì. Il funzionario del consolato senegalese ha inoltre avuto modo di incontrarsi con il pubblico ministero Daniele Paci. Un incontro amichevole, ma sul cui contenuto vige il massimo riserbo. Bocche cucite da parte del rappresentante consolare, che non ha rilasciato dichiarazioni ai giornalisti che ieri pomeriggio lo attendevano fuori dal tribunale. Non è da escludere che si sia parlato anche del passato di Louis che, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, è stato definito un soggetto "dall’indole violenta, insensibile al rispetto dell’altrui integrità fisica". Non è un mistero, ormai, che dal 2012 al 2013 Dassilva abbia fatto parte della Gendarmeria senegalese. Ma il 34enne ha raccontato agi investigatori anche del suo lungo viaggio verso l’Italia e del periodo di prigionia in Libia. Un passato fatto di luci e ombre, su cui gli inquirenti vogliono vederci chiaro: ecco quindi che il consolato potrebbe aiutare la Procura di Rimini a sciogliere alcuni nodi in particolar modo quelli legati ai trascorsi militari di Louis. Lunedì prossimo, intanto, alle 12.30 in camera di consiglio - davanti al giudice delle indagini preliminari Vinicio Cantarini - verrà conferito al super perito, l’ingegnere Giuseppe Ferraro, il compito di svolgere gli accertamenti tecnici per l’incidente probatorio sui dispositivi elettronici di Dassilva. Gli accertamenti riguarderanno due cellulari, un Samsung e un iPhone, quattro distinti orologi digitali e infine due laptop Lenovo e Acer. Saranno passate ai raggi x foto, video, dati della cronologia della navigazione internet, eventi di sistema, chat intrattenute con qualsiasi applicazione (messenger, Instagram, Telegram, WhatsApp). Un passaggio chiave sarà legato all’estrapolazione dei dati sugli spostamenti compiuti da Louis attraverso gli applicativi "salute", capaci di calcolare ad esempio i passi compiuti, velocità, battiti del cuore e altro ancora.