I riminesi sono buone forchette e almeno per le feste di Natale guardano poco al portafogli. E’ l’esito dell’indagine commissionata da Confesercenti in occasione delle festività natalizie, riguardante i consumi alimentari tra la Vigilia e il giorno di Natale. L’indagine esclude i pranzi e le cene nei ristoranti, riferendosi solo a quanto i riminesi hanno cucinato in casa propria dopo avere fatto la spesa tra la grande e piccola distribuzione alimentare. Il conto finale è di quelli che lascia il segno. Stando all’indagine di Confesercenti, complessivamente in provincia di Rimini si stimano circa i 25 e i 30 milioni di euro destinati alle spese alimentari delle festività, escluse quelle relative all’indotto del turismo che riguarda gli ospiti giunti in città. Fra cena della Vigilia e pranzo di Natale, ogni famiglia riminese ha speso in media fra i 160 e i 200 euro, contro i 126 della media italiana. A tirare le somme della due giorni di cene e pranzi dimenticando le diete e il nutrizionista è Mirco Pari, direttore Confesercenti provinciale Rimini. "Gli acquisti di Natale si concentrano, ormai, sempre più negli ultimi giorni: le vendite di prodotti legate alle festività hanno avuto la massima affluenza fra sabato scorso e la Vigilia. Una boccata d’ossigeno per le imprese dopo un novembre e un inizio dicembre non brillanti - commenta Pari -. Non si rinuncia alla buona tavola per festeggiare il Natale, si cercano i dolci artigianali e sempre meno il prodotto industriale, ma le difficoltà si sentono e gli acquisti sono guidati sempre di più da promozioni e sconti: si compra soprattutto ciò che è in offerta. Una caratteristica che prima era della sola grande distribuzione, ma che ormai si è diffusa in tutti i canali di vendita".
Anche quest’anno si conferma la tradizione che vuole il ‘Natale con i tuoi’. Stando al sondaggio Fiesa Confesercenti-Ipsos, il 59% delle famiglie italiane ha invitato ospiti per il 24 e il 58% per il giorno di Natale. Più di otto italiani su dieci hanno scelto di trascorrere le festività a casa propria o di parenti, per l’esattezza l’83% per la Vigilia e l’81% per il pranzo di Natale. Ma c’è anche un 8% che ha festeggiato a casa di amici in entrambe le occasioni eliminando il problema di preparare le pietanze e sistemare casa. L’altra metà degli italiani ha invece preferito il ristorante. Sono state oltre 4,5 milioni le presenze nei ristoranti del Paese: 1,9 milioni per la sera della Vigilia, cui si aggiungono altri 2,6 milioni circa in occasione del pranzo del 25 dicembre, per una spesa complessiva intorno ai 500 milioni di euro. Per la giornata di Natale, si è ridotta la quota di chi ha festeggiato in un ristorante o in un altro pubblico esercizio: 7% contro il 9% dello scorso anno. Resta stabile, invece, al 2% chi ha affittato una location per l’occasione.
Andrea Oliva