MANUEL SPADAZZI
Cronaca

I conti in tasca ai bagnini. Dichiarano meno di 30mila euro. I loro redditi ai raggi x del Fisco

Controlli mirati della guardia di finanza sulle attività in vista della riforma delle concessioni. Gli accertamenti serviranno a capire il valore reale delle imprese, nel caso di eventuali ristori.

I controlli della guardia di finanza in spiaggia (foto di repertorio)

I controlli della guardia di finanza in spiaggia (foto di repertorio)

Va bene, è una media... Ma il dato balza comunque all’occhio. I bagnini riminesi sono tra quelli che dichiarano i redditi più bassi della categoria, in Italia. Stando alle dichiarazioni per l’anno 2022, il reddito medio dei balneari di Rimini è stato di 29.841 euro. Tra i più bassi, appunto. Per fare un paragone: è di poco inferiore a quello dei colleghi di Tropea (32.769 euro), decisamente molto più basso rispetto a quanto dichiarato dai bagnini di Taormina (89.132) o di Lignano Sabbiadoro (270.302).

Sulla categoria dei bagnini e di altri lavoratori autonomi il Fisco ha avviato, da marzo, un monitoraggio mirato con l’Uipar (acronimo che sdi Unità integrata permanente di analisi del rischio). È la nuova task force formata da Agenzia delle entrate e guardia da finanza. Un pool di 007 del Fisco che analizza le banche dati e tutte le informazioni disponibili e, usando anche l’intelligenza artificiale, verifica le dichiarazioni di tassisti, titolari di bar, ristoranti, pasticcerie e altre attività, bagnini inclusi. Ma sui balneari c’è da fare un ulteriore discorso a parte. In vista della riforma delle concessioni varata dal governo, che prevede i bandi per assegnare le attività di spiaggia a partire dal 2027, è stato chiesto alle fiamme gialle di fare accertamenti ancor più scrupolosi sulle dichiarazioni di tutte le imprese balneari.

Il motivo? Dopo le proteste veementi delle associazioni di categoria, il governo è intenzionato a prevedere dei ristori per i titolari delle imprese balneari. Il nodo degli indennizzi sarà uno dei temi centrali nella discussione, che parte domani alla Camera, sulla nuova legge per le concessioni. Ma per capire come calcolare gli eventuali indennizzi, prima bisogna capire il reale valore di avviamento delle imprese. Bisogna verificare bene chi ha fatto degli investimenti negli ultimi anni e li sta ancora ammortizzando e chi, invece, non ha investito nulla (o quasi).

Il lavoro della guardia di finanza negli ultimi tempi, anche a Rimini, si è concentrato su questo aspetto. I militari stanno analizzando nel dettaglio le dichiarazioni di tutte le imprese balneari. Sulla base di diversi indicatori, tra cui il reddito dichiarato, la posizione dello stabilimento e il numero degli addetti, le fiamme gialle vanno a caccia delle anomalie. E quando i conti non tornano, ecco che scattano ulteriori approfondimenti e accertamenti. Un lavoro certosino, condotto in vista della nuova legge sulle concessioni balneari. E le conseguenze sono evidenti: oltre alle eventuali sanzioni fiscali, se ci saranno i ristori per chi perderà la concessione i bagnini che avranno dichiarato meno del dovuto – o comunque troppo poco – non potranno ottenere l’indennizzo sperato.