Un’America a trazione trumpiana e il pericolo dazi sulle esportazioni tengono in allerta le imprese riminesi. Ammonta a oltre 500 milioni di euro l’export delle aziende verso gli Stati Uniti nel 2023. Le imprese locali fanno affari con il mondo a stelle e strisce, dalle attrezzature e materiali per navi e imbarcazioni fino ai macchinari e le bevande. Lo scorso anno il saldo tra esportazioni e importazioni è stato più che positivo con merci vendute negli Stati Uniti per 515 milioni di euro, e importazioni che si sono fermate a 49 milioni di euro. Rispetto al 2022 c’è stata una lieve flessione che non cambia un andamento fortemente positivo nell’ultimo quinquennio. Dal 2018 al 2023 l’export verso gli Stati Uniti è cresciuto, passando dall’11,9% del totale al 16,7%. Un interscambio positivo che ha visto crescere anche l’import dagli Usa passato dall’1,4% al 3,1%. Questo è accaduto mentre a guidare gli Stati Uniti c’era l’amministrazione Biden. Ora il nuovo presidente Trump vuole cambiare registro e in Europa è già suonato l’allarme per i possibili dazi che metterebbero a rischio le quote di export verso gli Usa. Ne abbiamo parlato con Lucio Miranda, presidente di ExportUSA, società con sede a Rimini che aiuta le imprese italiane ad entrare negli Stati Uniti.
Miranda cosa accadrà con l’elezione di Trump?
"Non penso che assisteremo a uno stravolgimento delle politiche americane. Un conto è la retorica della campagna elettorale e un altro è la realtà dei fatti. Trump ha ereditato un’economia florida e in salute e farà di tutto per proseguire su questa strada".
Non c’è un pericolo dazi?
"Quello dei dazi resta un aspetto controverso. Trump è consapevole che l’economia americana sta andando molto bene, con un’inflazione in discesa e la Fed che ha abbassato e abbasserà ulteriormente i tassi. Non vedo perché dovrebbe alimentare azioni che potrebbero frenarla. Inoltre non dimentichiamo che da una parte ci sono gli Stati che offrono incentivi per l’ingresso sul mercato americano e quelli rimarranno e, dall’altra, che c’è stato un massiccio investimento di 1.800 miliardi di dollari fatti dall’amministrazione Biden, con accordi già avviato che, di certo, non potranno che essere onorati e portati a termine".
Le imprese possono stare tranquille?
"Le imprese italiane sono brave nella robotica, nell’impiantistica e tanti altri settori, e questo è importante per far crescere l’economia americana. Anche il settore della difesa potrà trarre beneficio dalle innovazioni e dalle tecnologie italiane, penso ad esempio ai droni. Se sapremo cogliere questa occasione, le nostre aziende potranno sicuramente ampliare il proprio business negli Usa. Ciò non toglie che potremmo vedere inseriti dazi anche per l’Europa".
In quali ambiti?
"Il tema è questo, ritengo che assisteremo a dazi selettivi, su determinate tipologie di merci o su particolari Paesi. Cosa che si faceva anche in passato. Abbiamo assistito all’innalzamento dei dazi sull’olio di oliva di Spagna e Francia, ma non dell’Italia. I dazi potrebbero essere utilizzati in chiave politica, ma penso che il futuro dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese italiane negli Usa, anche con Trump, sia salvo".
Andrea Oliva