
Grandi eventi in spiaggia. Il no degli ecologisti: "Diciamo stop ai concerti"
Un convegno, un pranzo vegetariano e una eco-camminata sulla ’palata’. "Perché luoghi non antropizzati sono habitat rari e preziosi su tanti territori, anche turistici e vanno difesi dalla ‘messa a reddito’ che, mai sazia, incombe con eventi di ogni genere". Di questo, e di tanto altro, si parlerà sabato al Portoparty organizzato dall’associazione Basta plastica in mare, in collaborazione con Coordinamento italiano per la tutela degli ambienti naturali dai grandi eventi, Marevivo, associazione professionale Generazione Mare, Soroptimist international club di Rimini e Asoer. Si parte alle 11 al Rockisland con un incontro che avrà al centro aree marine protette e biodiversità nella difesa degli ambienti fragili. Con testimonianze e interventi di esperti scientifici e giuristi. Dopo il saluto del presidente di Fondazione Marevivo Rosalba Giugni e l’intervento del presidente di Basta plastica in mare Manuela Fabbri, si entrerà nel clou della giornata. A prendere la parola, coordinati da Franco Borgogno, saranno l’avvocata Daniela Addis, l’urbanista e paesaggista Marco Zaoli, Roberta Corsi di Asoer, Francesca Santarella del Coordinamento italiano per la tutela degli ambienti naturali dai grandi eventi e Romeo Farinella, professore ordinario di Urbanista all’Università di Ferrara. A fine mattinata ci si fermerà per un piccolo pranzo vegeratiano, poi alle 15 spazio alla eco-camminata sul molo di Rimini. "Sulla spiaggia libera di Marina Centro – spiegano gli organizzatori – che resiste sebbene messa a dura prova da eventi invasivi di ogni tipo. E’ lì che è nata la prima Beach Arena nel 2016 e dopo molte proteste degli ambientalisti è stata solamente trasferita su altra spiaggia libera, quella delle Colonie di Miramare. E’ il luogo che noi ecologisti vorremmo preservare ad habitat naturale protetto. E possibilmente con l’interessamento fattivo e positivo di enti pubblici e i cittadini. Perché divenga una ricchezza per il nostro territorio". I promotori dell’iniziativa chiedono il rispetto della Costituzione italiana. "La Costituzione e le leggi impongono seri quesiti di impatto ambientale sulla sostenibilità e pertanto sull’opportunità di concedere i luoghi naturali per i grandi eventi". A Miramare "in un luogo ecologicamente prezioso – dicono – la foce del Marano, ogni estate le ruspe spianano le dune e tutto viene spazzato via, anche i pulli dei fratini, per far largo alla folla e al frastuono della Beach Arena. Si tratta dell’eredità infausta del Jova Beach Party. Sappiamo di dover contribuire a farla cessare e proponiamo alle organizzazioni private che ne richiedono le concessioni e alle istituzioni che le concedono, di ascoltare le nostre motivazioni e trovare una soluzione accettabile per i cittadini che esprimono interesse a favore della natura".