LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Grand Hotel di Riccione, il tesoro di Andreatta vale 30 milioni: all’asta anche case e negozi

Dopo il fallimento della società , il complesso di Riccione rischia di essere messo in vendita nel giro di pochi mesi per ripagare i debiti Ma il patron è intenzionato a presentare ricorso contro la sentenza

Gianni Andreatta davanti al Grand Hotel di Riccione

Gianni Andreatta davanti al Grand Hotel di Riccione

Riccione (Rimini), 16 settembre 2023 – Almeno una decina di appartamenti ed unità abitative, negozi, uffici, magazzini, parcheggi e impianti sportivi. Sono circa una trentina le unità che formano il ’compendio immobiliare’ del Grand Hotel di Riccione. Il prestigioso albergo e gli altri immobili, salvo ribaltoni in sede giudiziaria, rischiano ora di essere messi in vendita per ripagare i creditori dopo che il tribunale di Rimini, con sentenza depositata mercoledì scorso, ha dichiarato il fallimento della società del patron Gianni Andreatta, la Marebello spa.

Difficile azzardare una stima del valore economico del complesso immobiliare situato nel cuore di Riccione, a due passi da viale Ceccarini, e che si estende tra i viali Gramsci, Milano e il lungomare della Repubblica, almeno fino a quando non sarà pronta la perizia che il curatore fallimentare Ugo Morganti ha intenzione di far svolgere ad uno specialista.

Secondo un calcolo molto prudenziale, si tratta di una cifra che potrebbe oscillare tra i 25 e i 30 milioni di euro o addirittura superarli.

È plausibile che venga prima tentata una vendita in blocco dell’intero complesso. Nel caso non dovessero pervenire offerte adeguate, potrebbe spalancarsi l’ipotesi di un frazionamento delle singole unità e quindi di una successiva messa all’asta. Certezze, per il momento, ce ne sono davvero poche. Molto probabilmente però la Marebello spa, con in testa Gianni Andretta che all’interno della società ricopre il ruolo di procuratore, non resterà a guardare e da non è da escludere che nei prossimi giorni possa essere depositato un ricorso contro la sentenza di fallimento.

Nel frattempo è stata convocata per il 23 gennaio prossimo l’adunanza dei creditori per l’esame dello stato passivo, che nel 2022 - nel momento in cui la società aveva tentato la strada del concordato - ammontava a circa 20 milioni di euro. A seguito dell’emissione del decreto da parte del tribunale, la Marebello spa aveva depositato un piano di ristrutturazione, ma alla fine la maggioranza dei creditori ha deciso di votare contro l’ammissione al concordato. Intanto a Riccione in molti si interrogano su quello che sarà il futuro di una delle strutture simbolo degli anni d’oro della Riviera, location patinata per feste alla presenza dei grandi protagonisti del jet set e rifugio per cantanti, artisti e personalità illustri, inclusi presidenti della Repubblica.

Fin dal 1929 , anno della sua costruzione, il Grand Hotel - con le sue 155 camere, eleganti arredi, autorimessa, campi da tennis - è considerato il fiore all’occhiello della Riccione turistica. A costruirlo in stile coppedé, sull’area dell’ex ospizio Amati-Martinelli, fu il commendatore Gaetano Ceschina, noto imprenditore milanese, che commissionò il progetto all’architetto Rutilio Ceccolini. Passata attraverso alterne vicende, l’albergo è rimasto a lungo fermo al palo. Lo scorso luglio, dopo una dozzina di anni di chiusura, il Grand Hotel di Riccione aveva riaperto i battenti mettendo a disposizione dei turisti parte delle suite al primo piano, con la gestione affidata a una società riccionese.