Rimini, 7 agosto 2024 – In riviera i bagnini non scioperano. Si spacca il fronte dei balneari. Da una parte ci sono il Sib, legato a Confcommercio, e Fiba, per Confesercenti.
Sono le due sigle sindacali che hanno proclamato lo sciopero per contestare la gestione, assente, del governo sulla partita del rinnovo delle concessioni balneari già scadute.
Venerdì è attesa la serrata con la chiusura degli ombrelloni negli stabilimenti balneari per due ore. Un gesto dimostrativo che dovrebbe terminare alle 9,30 del mattino, un orario in cui cominciano ad affollarsi le spiagge.
Se dal governo non arriveranno risposte, gli stessi sindacati sono pronti ad andare avanti dopo Ferragosto, aumentando anche le ore di chiusura delle ombre sulla sabbia.
Lunedì 19 agosto gli ombrelloni dovrebbero rimanere chiusi 4 ore. Se dal governo proseguiranno i silenzi allora ecco che il 29 agosto le ore di chiusura dovrebbero diventare 6 o 8. Il condizionale è tuttavia d’obbligo soprattutto sul litorale della provincia di Rimini dove le sigle sindacali più rappresentate sono altre, e per di più si dissociano dall’iniziativa di Fiba e Sib.
"Noi non sciopereremo" chiarisce Diego Casadei di Oasi Balneari. Da queste parti la sigla è di peso perché raccoglie la principale cooperativa di Bellaria, quella di Rimini nord, le due di Riccione, le due di Misano e le due di Cattolica. Una grande fetta di litorale con centinaia di stabilimenti balneari non intende chiudere alcun ombrellone.
La seconda forza in campo, quella di Confartigianato imprese balneari presente soprattutto sul litorale di Rimini a sud del porto, farà la medesima cosa. "Anche noi non aderiremo allo sciopero" certifica il presidente Mauro Vanni.
Resta un numero ridotto di associati ai due sindacati che hanno proclamato lo sciopero. Certo è che l’effetto serrata sul litorale riminese non si vedrà.
"Il motivo della nostra non adesione allo sciopero non risiede nelle motivazioni - premette Diego Casadei presidente di Oasi Balneari -. Anche noi, come ribadiamo da tempo, chiediamo un intervento chiaro da parte del governo sulla questione del rinnovo delle concessioni. Ci rivolgiamo per l’ennesima volta all’esecutivo. Vanno prese decisioni che dovevano essere prese tempo fa, ma di cui a oggi non si vede ancora nulla". Un grave ritardo, ma non sufficiente a sposare la causa dello sciopero. "Riteniamo che andasse trovata una unità di intenti tra le varie sigle, partendo da un documento condiviso in cui si evidenziavano le richieste da presentare al governo. Ma questo percorso non è stato fatto. Oggi in mancanza di un percorso condiviso non riteniamo lo sciopero una soluzione. In queste condizioni pensiamo che il disagio lo recheremmo unicamente al cliente non fornendogli un servizio, penalizzandolo". Tuttavia "cogliamo l’occasione per lanciare, ancora una volta un richiamo forte alla politica e al governo, per muoversi subito e cercare di salvare un sistema turistico che altrimenti rischia di essere stravolto dal rinnovo delle concessioni demaniali".
Tra le richieste che Sib e Fiba fanno al governo alla vigilia dello sciopero proclamato venerdì, c’è quella di normare le evidenze pubbliche riconoscendo un indennizzo alle società che perderanno le concessioni.