Rimini, 27 novembre 2021 - Il Covid l’ha strappato alla vita a soli 56 anni. Eppure, anche poche ore prima del decesso, aveva rifiutato il ricovero in ospedale, nonostante le sue condizioni di salute fossero diventate sempre più preoccupanti. E’ morto così Giuseppe D’Auria, un volto molto noto a Misano (dove viveva) e a Riccione, dove gestiva la gelateria Kono in viale Dante. Il virus non gli ha dato scampo.
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Della scomparsa di D’Auria, avvenuta la scorsa settimana, avevamo scritto. La sua improvvisa morte aveva sconvolto i moltissimi che lo conoscevano. Tanti avevano espresso il loro cordoglio, compreso Maurizio Metto, presidente del Consorzio di viale Ceccarini: "Siamo vicini alla famiglia". La conferma della sua morte è arrivata ieri dal bollettino della Regione che segnala i deceduti per Covid. D’Auria, ex maresciallo d’aeronautica e appassionato sportivo, stava bene prima di contrarre il Covid. Si è ammalato all’inizio di novembre, e dopo due settimane è deceduto. Purtroppo aveva rifiutato il ricovero in ospedale, nonostante le complicazioni insorte, anche poche ore prima del decesso.
Era un convinto sostenitore delle tesi dei No vax, D’Auria. Tanti conoscevano la sua posizione, e alcuni amici avevano discusso con lui per questo. D’Auria non faceva mistero delle sue idee riguardo la vaccinazione contro il e il Green pass. Sulla sua pagina Facebook ha pubblicato numerosi articoli e contributi contro i vaccini. E l’11 novembre, pochi giorni prima di morire, pubblicando la notizia di un medico No vax di Pordenone che era stato radiato dall’Ordine, commentava: "Solo i regimi dittatoriali devono eliminare il dissenso... Medici radiati per voler fare il loro lavoro secondo scienza e coscienza. Vergognatevi". Non è dato sapere se Giuseppe D’Auria si fosse immunizzato o meno contro il virus, ma la sua posizione sui vaccini è palese. Il 56enne è deceduto in casa: non ha voluto farsi ricoverare anche quando la malattia è peggiorata.
Nel frattempo il numero di nuovi casi di positività a Rimini resta elevato. Ieri sono stati segnalati per la nostra provincia altri 184 contagiati. Hanno fatto peggio, in Emilia Romagna, soltanto le province di Bologna (con 286 nuovi casi) e Modena (239). Dei 184 nuovi contagiati (85 uomini e 99 donne), solo 57 erano asintomatici. Tutti gli altri manifestavano sintomi del virus. Di questi, circa la metà (69) ha fatto il tampone per sintomi. Ben 104 hanno eseguito il test perché familiari e amici di contagiati già noti. Resta elevato anche il numero di positivi trovati con i test di categoria: undici nuovi casi, e tra loro ci sono diversi sanitari. Nelle ultime ore altri 67 riminesi sono guariti dal virus. In ospedale sono oltre 30 i malati Covid ricoverati, di cui 2 (come nei giorni precedenti) in terapia intensiva. In questo momento all’Infermi, va detto, ci sono anche pazienti Covid trasferiti a Rimini da altre province.
Il virus putroppo continua a correre in tutta la regione. Ieri sono stati segnalati 1.353 nuovi positivi, su 35.877 sottoposti al test. I contagiati rappresentano il 3,8% di quelli che hanno fatto il tampone. Dei nuovi contagiati, 554 sono asintomatici individuati grazie alle attività di contact tracing e agli screening previsti dai protocolli. Dei 1.353 nuovi positivi, 473 erano già in isolamento quando hanno fatto il test, mentre altri 474 sono stati individuati nell’ambito dei focolai già noti, nelle scuole e non solo. L’età media dei nuovi positivi rilevati ieri in Emilia Romagna è di 41,3 anni. Tornando ai casi diagnosticati a Rimini, con i 184 positivi di ieri salgono a oltre 44mila i contagiati da quando è scoppiata la pandemia. Sono – per la precisione – 44.062 i positivi rilevati a Rimini da inizio pandemia. Nell’ultima settimana i nuovi casi sono stati 861.