Riccione, 2 agosto 2022 - Doveva essere una serata di festa. Come altre. Perché Giulia e Alessia Pisanu erano già venute a ballare in Riviera, quest’estate. Ma le altre volte le aveva sempre accompagnare il padre Vittorio. "Facevamo sempre così", ha raccontato lui, devastato dal dolore, al sindaco di Castenaso. Ma sabato Vittorio non si sentiva molto bene. Le ragazze, che hanno tanti amici a Rimini e Riccione, non volevano però rinunciare alla serata in discoteca già programmata. E allora, "siccome loro ci tenevano ad andare a Riccione, ho detto: ma sì, facciamo così per questa volta, prendete il treno ". E così hanno fatto Giulia e Alessia, partite da Castenaso e arrivate a Riccione sabato sera.
Giulia e Alessia morte sotto il treno a Riccione: chi sono i genitori
Le due ragazze raggiungono il Peter Pan per trascorrere la serata. Da quanto si apprende, arrivano sole nella discoteca di Misano, ma all’interno ci sono alcuni amici ad attenderle. Ma la serata non fila via liscia... A Giulia, pare all’interno del locale, rubano la borsa e il telefono. Quando escono, cercano un taxi per tornare alla stazione di Riccione e rincasare. Non lo trovano. Sono stanche. Giulia in particolare: si è alzata presto sabato mattina per lavorare, è in piedi da oltre 24 ore. Per questo si sdraia, esausta, nel parcheggio del Peter Pan. Un ragazzo di 24 anni si accorge di Giulia. L’ha già vista poco prima, nel locale. Impossibile non ricordarsi quella bella ragazza. Si avvicina così a lei e alla sorella, chiede se stanno bene e se hanno bisogno. Loro ammettono che sì, hanno bisogno: devono tornare alla stazione ferroviaria di Riccione e non sanno come fare. Il ragazzo si offre così di dare loro un passaggio, e le carica in auto.
Durante il tragitto Giulia racconta di essere provata, perché è in piedi da tante ore e sabato ha lavorato tutto il giorno prima di partire per Riccione. Racconta anche del furto della borsetta e del telefono. Anche Alessia ha il telefono: è uno smartphone datole dal padre, aziendale, ma è scarico. Così chiede al ragazzo se può prestarle il telefono. "Vogliamo chiamare papà e rassicurarlo". Così fa Alessia: chiama il padre, intorno alle 6,30. "Stiamo bene, stiamo tornando a casa". Il ragazzo le accompagna davanti alla stazione, le saluta, poi raggiunge l’albergo dov’è alloggiato per andare a riposarsi. Solo dopo diverse ore, quando si sveglia, viene a sapere della tragedia di Giulia e Alessia.
Gli agenti della Polfer riescono a rintracciarlo poco dopo, grazie alla chiamata fatta da Alessia al padre con il suo telefono. Il ragazzo viene interrogato dagli agenti, racconta di come ha conosciuto le due sorelle e assicura di averle trovato in uno stato psicofisico normale. Non erano alterate, né parevano ubriache "ma molto stanche". Agli inquirenti riferisce di aver notato Giulia stesa a terra nel parcheggio del Peter, ripercorre la conversazione con le sorelle. Non è escluso che il giovane venga risentito dalla Polizia nelle prossime ore. Questo perché l’indagine avviata dalla Procura intende ricostruire, minuto per minuto, le ultime ore di vita delle due ragazze. Comprese le ore passate al Peter. Verranno acquisiti dagli inquirenti i filmati delle telecamere nel locale.
Al momento nessuno è indagato per la morte di Giulia e Alessia, ma si cercherà di capire se alle ragazze è stato servito da bere nel locale, e se qualcuno le ha viste assumere sostanze durante la notte. Un’altra circostanza da chiarire è se Alessia, che aveva solo 15 anni, poteva entrare o meno al Peter. Il sindaco di Misano, Fabrizio Piccioni, ricorda che "nel regolamento comunale l’ingresso in discoteca ai minori di 16 anni è consentito, se sono accompagnati da familiari, anche se minorenni". Come Giulia, che aveva due anni in più di Alessia.