
Riccione, 12 gennaio 2023 - “Giulia e Alessia non hanno tentato il suicidio né erano sotto effetto di droghe o alcol” quella maledetta mattina del 31 luglio dell’anno scorso, quando alla stazione di Riccione hanno perso la vita le due sorelle di Castenaso, nel bolognese, di 17 e 15 anni.
È questo quanto emerge al termine delle indagini svolte dalla Procura di Rimini, nella persona del sostituto procuratore Giulia Bradanini, a cui è seguita ora la richiesta di archiviazione e su cui spetta l’ultima parola del Gip, con la famiglia di Giulia e Alessia che, difesa dall’avvocato Roberto Senis, attraverso il legale fa sapere di una “massima fiducia, come più volte ribadito, nel lavoro della magistratura. Pertanto da parte nostra non c’è l’intenzione di opporci alla richiesta di archiviazione”, così l’avvocato Senis.
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Si sarebbe trattato insomma, stando agli elementi raccolti nel corso dell’indagine a cui la Procura ha proceduto con l’apertura di un fascicolo per omicidio colposo senza indagati iscritti, di un tragico incidente.
Focus Tante domande ancora senza risposta
Giulia e Alessia infatti quella mattina non sarebbero nemmeno state spinte sui binari, stando all’incrocio delle testimonianze raccolte, e concordanti, dalla Procura tra persone sulla banchina quel 31 luglio alle 7 circa e i due macchinisti del Frecciarossa che le ha investite a tutta velocità. Così come, nel corso della serata trascorsa dalle due sorelle al Peter Pan di Misano, con arrivo alla stazione di Riccione alle 23 circa per poi risalire la collina, stando alla testimonianza chiave di un adulto con cui le giovani avevano parlato nel corso della serata in disco e del giovane che le aveva accompagnate la mattina presto in stazione, Giulia e Alessia al momento della morte “non erano in stato di alterazione per l’assunzione di alcol o droghe, ma erano lucide, tanto che Alessia poco prima della tragedia contattò anche il padre” afferma la Procura.
In tal senso non sussistono elementi, sebbene non sia stato possibile eseguire autopsia ed esami tossicologici sui corpi delle due giovani vittime. E infine “le due sorelle erano perfettamente integrate né si sono potuti raccogliere elementi che portassero a pensare a un suicidio da parte delle due o anche solo di una delle due ragazze”.