Rimini, 26 settembre 2024 – Si è concluso con una condanna e una assoluzione il processo per dei presunti episodi di molestie sessuali commessi ai danni di alcune ragazzine appena maggiorenni partecipanti ad uno stage di formazione dedicato ad aspiranti animatori e animatrici turistiche.
Alla sbarra, davanti al gup Raffaella Ceccarelli con la formula del rito abbreviato, era finito uno dei tutor delle candidate, un 43enne di origine pugliese, e un ragazzo rumeno di 25 anni, entrambi difesi dall’avvocato Marco Ditroia del foro di Rimini. Nei confronti del 43enne l’accusa è stata riqualificata in violenza sessuale nella sua forma attenuata e per lui è stata infine decisa una condanna a 2 anni e 10 mesi. Dovrà inoltre risarcire una delle vittime, che si è costituita parte civile nel procedimento, con 2.500 euro.
Oltre a ciò, per effetto della condanna, non potrà continuare a svolgere la sua attività nel campo turistico sempre per un periodo di due anni e 10 mesi. Una pena accessoria, unita all’interdizione dai pubblici uffici, che però si applicherà solo nel caso in cui la condanna dovesse diventare definitiva: dunque occorrerà attendere l’esito di un eventuale ricorso in Appello, già annunciato dalla difesa. La battaglia legale del 25enne si è invece conclusa con una assoluzione in quanto il fatto non sussiste.
Gli episodi confluiti nel fascicolo d’indagine si sarebbero consumati, stando alle denunce presentate dalle ragazze, durante uno dei corsi che si svolgono ogni anno a Rimini e che sono finalizzati al reclutamento di giovani lavoratori nel settore turistico. Questi corsi, in genere frequentati da un gran numero di iscritti, spesso rappresentano un’opportunità per ottenere un primo impiego come animatori nei villaggi turistici, negli hotel e negli stabilimenti balneari, sia in Italia che all’estero. Secondo le testimonianze riportate nella denuncia, l’esperienza formativa si sarebbe però trasformata in qualcosa di molto diverso.
Le ragazze hanno infatti riferito di aver subito avances da parte del tutor, che avrebbe espresso commenti inappropriati sul loro aspetto fisico, fatto apprezzamenti volgari e avrebbe rivolto loro attenzioni non consensuali tra presunte toccatine e palpeggiamenti. Entrambe le vittime hanno confermato nei dettagli quanto denunciato, ma il 43enne si è difeso sostenendo che si trattava di fraintendimenti dovuti alla gelosia e alla competitività tra le ragazze. Inoltre, ha minimizzato i fatti come “sciocchezze fatte in buona fede“ e ha negato l’intento di molestare le due partecipanti, respingendo fermamente le accuse. In un caso, stando a quanto emerso durante il processo, il ragazzo avrebbe abbracciato una delle ragazze affermando che gli stavano venendo “dei pensieri sconci“. In un altro caso, si sarebbe invece seduto sulle ginocchia di una seconda ragazza dandole un bacio a stampo.