REDAZIONE RIMINI

Giovani, divertimento e pericoli. La notte sfrenata al Marano: "Con l’alcol passa la paura"

Il nostro viaggio nei locali di una zona ad alto rischio. Tanti ragazzi in attesa di andare in discoteca. Si ride e si fa festa ma in certi casi l’atmosfera si fa più pesante: "Qui non ci sentiamo sicuri".

Clienti troppo giovani che bevono nei locali e non siamo sicuri che sia soltanto Red Bull quella nei loro bicchieri

Clienti troppo giovani che bevono nei locali e non siamo sicuri che sia soltanto Red Bull quella nei loro bicchieri

"Siamo preoccupate quando veniamo in queste zone". Non ne fa mistero una giovane ragazza di 16 anni. E’ vestita per la serata con le amiche. Ma la notte di fine luglio a Riccione è giovane e prima di dirigersi sulle colline, i turisti, tanti minorenni, fanno tappa al Marano. Qui, tra feste in spiaggia, alcol e ’cicchetti’ a basso costo, i giovani sulla scia dell’incoscienza si divertono mettendo in un angolo, almeno per una sera, la responsabilità. Ma la spensieratezza nelle serate riccionesi cammina sul ciglio della fortuna perché: "Qui non ci sentiamo sicure".

Per capire le tappe di una notte tipo in Riviera, anche noi ci siamo finti vacanzieri. Il nostro viaggio nella vita notturna però è iniziato lontano dai locali, per immergerci appieno nell’atmosfera festaiola che mano a mano iniziava a farsi strada lungo il percorso. I ragazzi ai bordi dei marciapiedi aspettano l’orario giusto per poter entrare in discoteca, sono ancora le 22.30, ma nel frattempo si preparano sorseggiando bevande alcoliche per ammazzare il tempo. Qualcuno è visibilmente ’su di giri’, ondeggia sorretto da un amico, poi si siede e viene lasciato lì dai compagni. In giro ci sono i ’maranza’ che strepitano e attirano l’attenzione delle poche famiglie con i passeggini che si azzardano a passare per il lungomare del Marano. Proprio quelle strade brulicano di giovani bramosi di divertimento, accalappiati da pierre che promettono notti da sogno tra drink omaggio e tanta musica. Non importa l’età, passa in secondo piano.

L’ingresso nei locali può ancora attendere, alle 23.30 ci imbattiamo in due bar, uno affianco all’altro che vendono shortini a pochi euro. I ragazzi si fermano lì, come la tappa obbligata di una processione nella notte degli eccessi. Birra, drink, secchielli riempiti di alcolici. I 18 anni? Sono un optional e i clienti lo sanno, per questo molti minorenni si mettono in fila per ordinare. Non verranno fermati da nessuno e anche questa sera potranno ubriacarsi. Teniamo d’occhio uno o due persone. Entrano, ordinano una bevanda, la scolano velocemente ed escono dal bar. Sono pronti. Si può entrare in discoteca. Lungo la camminata che costeggia la spiaggia e porta all’ingresso dei locali , notiamo sentinelle circospette appostate sulle panchine: "Ehi amico, vuoi del fumo?". Non danno fastidio, si amalgamano perfettamente al panorama del divertimento notturno, ne sono quasi un’appendice. Mentre invece di controlli neanche l’ombra.

Verso mezzanotte siamo dentro ad un club. Non ci hanno chiesto documenti per l’età. Abbiamo solo pagato, entrando in un altro meandro del mondo della notte. Una cosa ci salta subito all’occhio: l’età media dei ragazzi è molto bassa. La maggior parte sono minorenni e casualmente in mano stringono un drink. Sarà alcolico? "Io sto bevendo solo Red Bull, niente di più – ci risponde una ragazza -. Non mi hanno chiesto però i documenti all’entrata, solo una domanda veloce se fossi maggiorenne o meno. Ho detto la verità, ho 16 anni". Una verifica approssimativa, sarebbe facile mentire. Infatti attorno vediamo clienti troppo giovani che bevono e non siamo sicuri che sia soltanto Red Bull quella nei loro bicchieri. Si vede che molti sono alla loro prima serata in discoteca, si atteggiano goffi, si stringono gli uni agli altri andando a ritmo con la musica. Un vero e proprio battesimo del fuoco nelle notti in Riviera. "Questa è la prima parte della nostra serata, poi ci sposteremo in collina in altre discoteche – racconta un’altra -. Siamo un po’ preoccupate quando veniamo in queste zone, però siamo in vacanza e dobbiamo pur divertirci. Non ci pensiamo più di tanto". Poi racconta un episodio, un avvenimento che farebbe desistere molti a tornare in quei luoghi. "L’anno scorso un gruppo di ‘maranza’ ha derubato e picchiato dei nostri amici proprio qui vicino. Noi eravamo con loro". La paura passa in sordina, certe zone sono pericolose e tutti lo sanno; ma in fondo il divertimento è divertimento e con un po’ di alcol passa la paura.

Federico Tommasini