Rimini, 13 settembre 2024 – “La Procura sa che il mio alibi è inattaccabile e che non potevo essere lì, in quel momento”, ovvero quando Pierina Paganelli è stata massacrata con 29 coltellate, nel garage sotterraneo di via del Ciclamino, la sera del 3 ottobre del 2023. Per quanto riguarda l’eventuale comparazione del Dna, “sono a disposizione”.
Parola di Loris Bianchi, in un botta e risposta a distanza con Valeria Bartolucci. Di recente, la moglie di Louis Dassilva – l’unico indagato per il delitto, in carcere dal 16 luglio scorso – ha chiesto pubblicamente in varie interviste tv di sottoporre Loris, fratello di Manuela – vicina di casa della vittima, al centro di una relazione extraconiugale proprio con il 34enne senegalese – al test per confrontare il Dna. Richiesta che ha scatenato la reazione dei Bianchi, difesi dall’avvocato Nunzia Barzan e dal criminalista e consulente Davide Barzan.
"La signora Bartolucci si erge a pubblico ministero, ma le accuse, anche a mezzo televisivo, nei riguardi di Loris e Manuela Bianchi – scrivono i difensori – sono risibili e prive di qualsiasi fondamento. Valuteremo nelle prossime ore le azioni da intraprendere a tutela dei nostri assistiti. Vale la pena ricordare che Dassilva è l’unico indiziato per l’omicidio di Pierina Paganelli. Inoltre è stata confermata dal tribunale del Riesame la custodia cautelare in carcere ad ulteriore conferma del quadro indiziario grave e concordante nei suoi riguardi”.
Lo stesso Loris non è rimasto a guardare. Anzi, è passato al contrattacco rivolgendosi direttamente a Valeria. "Anziché difendere il marito – dice Bianchi, tirando in ballo Bartolucci – non fa altro che buttare fango su altre persone. Dice che vogliono incastrare Louis, ma a me sembra che sia lei che cerca di incastrare altri. Tutte le accuse che muove contro di noi, sono accuse che muove contro la Procura. È agli inquirenti che Valeria che deve chiedere spiegazioni e il perché noi risultiamo credibili”.
Loris risponde anche alla provocazione riguardante la comparazione genetica. "Gli investigatori hanno già prelevato, a suo tempo, il mio Dna. Se fosse necessario fornirlo di nuovo, sono pronto a farlo” conclude. Gli accertamenti irripetibili sono stati affidati dal tribunale di Rimini al super consulente Emiliano Giardian dell’Università Tor Vergata di Roma. È emerso che su alcuni dei reperti sottoposti ad analisi è stato rivenuto del materiale biologico riconducibile ad un profilo maschile, ma questo non sarebbe stato ancora comparato neanche con quello dell’indagato Dassilva. L’11 ottobre in udienza davanti al giudice delle indagini preliminari di Rimini saranno quindi acquisite le risultanze delle analisi di laboratorio.