ANDREA OLIVA
Cronaca

Furto d’angeli dalla tomba di un bimbo: "Ne doneremo noi uno al papà"

È la quinta statuina della Thun che sparisce da Saludecio dove è sepolto Gabriele Grana, morto a 4 anni. Appresa la notizia l’azienda bolzanina ha voluto rintracciare il padre Stefano. Lui: "una vera sorpresa"

Un anonimo portò il primo il primo angioletto Thun e ha rimpiazzato sempre i sottratti

Un anonimo portò il primo il primo angioletto Thun e ha rimpiazzato sempre i sottratti

Rimini, 11 settembre 2024 – Un angioletto. Una piccola statuina posta sulla lapide vicino alla foto di Gabriele, il figlio che non c’è più, scomparso per una malattia a soli 4 anni nel 2007. Stefano Grana, il padre, negli ultimi 17 anni ha visto scomparire quella piccola statuina ben cinque volte. Gli hanno rubato dalla tomba del figlio, nel cimitero di Saludecio in provincia di Rimini, cinque angioletti della Thun con il passare degli anni.

"I ladri non si sono limitati a questo, hanno rubato anche piccoli giocattoli tra cui una ruspa che avevo messo sulla tomba".

Stefano non è rimasto in silenzio. Si è sfogato raccontando la sua rabbia e il suo dolore per una storia che continuava a ripetersi. Ma questa volta la storia ha un finale diverso. Lo sfogo di Stefano è arrivato fin in Trentino. Quella parola, Thun, ha viaggiato sul web fino a quando è stata notata dai responsabili dell’azienda che produce gli iconici angioletti e altre statuine.

E pochi giorni fa c’è stata una telefonata: "I signori Peter e Simon Thun (rispettivamente padre e figlio, ndr) sarebbero lieti di recapitarle un angioletto dopo quello che le è stato portato via". Dall’azienda vogliono aggiungere poco altro. I titolari, ci spiegano, volevano semplicemente portare la propria vicinanza alla famiglia Grana dando loro ciò che è stato portato via. Il pacchetto con l’angioletto e una breve lettera di accompagnamento sono in viaggio. "E’ stata una sorpresa – spiega il padre – non me lo sarei aspettato. Giusto un anno fa eravamo vicino a Bolzano e siamo passati davanti all’azienda. In quel momento ho pensato a quell’angioletto".

Il gesto dei titolari dell’azienda ha lenito la rabbia provata per l’ennesimo furto. Una sequela di ruberie resa ancor più grave dal fatto che la tomba del piccolo Gabriele non si trova a terra, ma è nei loculi a un’altezza a cui anche un uomo adulto avrebbe difficoltà ad arrivare senza una scala. "Ciò significa che a commettere questi atti – spiega il padre – non può essere un bambino attirato da quegli oggetti, ma deve essere un adulto".

In tutta questa vicenda c’è un altro elemento a renderla ancor più unica. I cinque angioletti portati sulla tomba nel corso degli ultimi 17 anni, non sono arrivati dalla famiglia Grana.

"Li trovavamo lì, non abbiamo mai capito chi potesse averli messi".

Così quando il ladro di turno si prendeva un angioletto c’era un angelo a portarne un altro sulla tomba del piccolo Gabriele. Questa volta ci ha pensato direttamente Peter Thun.

L’angioletto è in viaggio verso Saludecio, ma per la famiglia Grana resta una domanda senza risposta: "Chi ha rubato le statuine, mettendole in casa propria, cosa prova quando le guarda?".