REDAZIONE RIMINI

Fratelli sotto torchio . Prelevati Dna e impronte a Manuela e Loris:: "Ma noi siamo tranquilli"

Bianchi: "Quella sera ero a cena da mia sorella. La prova nelle foto scattate alle 23 col cellulare". Sequestrati i vestiti e gli attrezzi da lavoro.

Fratelli sotto torchio . Prelevati Dna e impronte a Manuela e Loris:: "Ma noi siamo tranquilli"

Fratelli sotto torchio . Prelevati Dna e impronte a Manuela e Loris:: "Ma noi siamo tranquilli"

Interrogati ieri nuovamente in Questura a Rimini Manuela Bianchi, la nuora di Pierina Paganelli, e il fratello Loris: la polizia di Stato ha prelevato loro il Dna e le impronte digitali. "Non ho mai litigato con Pierina" ha spiegato Loris ai cronisti all’uscita della Questura. "Questi sono accertamenti normali – ha spiegato – ma io sono tranquillo". Loris Bianchi, che di mestiere fa il manutentore e il giardiniere, ha poi aggiunto che la polizia scientifica ha perquisito la sua abitazione in via Giacosa a Riccione, e ha prelevato i vestiti e le scarpe che indossava il giorno in cui presumibilmente la 78enne è stata uccisa nel garage del condominio di via Del Ciclamino. "Il giorno in cui si è consumato il delitto – ha aggiunto – mi hanno trattenuto un marsupio con gli attrezzi da lavoro. C’era dentro una lamettina che utilizzo per tirare su le cicche, uno strumento normalissimo per chi svolge il mio mestiere".

Intervistato dai giornalisti, Loris ha quindi ricostruito la sera del 3 ottobre scorso, che ha riferito di aver trascorso a cena a casa della sorella Manuela e della nipote. "Mi sono fermato per caso, poi mi hanno chiesto di rimanere con loro a mangiare. Dalle foto che Manuela mi ha mandato sul cellulare, risulta che alle 23 ero ancora lì da loro in via Del Ciclamino. Sono foto scattate per scherzo, perché facevo il cretino con il cane buttato addosso". "Con Pierina – ha aggiunto Loris – non avevo praticamente più rapporti al di là di buongiorno e buonasera. Ma non perché avessimo litigato o altro, semplicemente non c’era stata più l’occasione. Quando il marito di mia sorella, Giuliano, è finito in coma dopo quel brutto incidente, io ero spesso a casa loro per dare una mano con l’assistenza. Ricordo che una volta Pierina mi ha detto: vai a casa, che sei stanco". Quanto agli accertamenti svolti dagli inquirenti su di lui e la sorella Manuela, "è normale che sia così, visto che si comincia sempre da amici, vicini e parenti. Di fronte a casi come questo, è la prassi. Io sono sereno, per quanto sia possibile esserlo in un momento come questo, e non ho assolutamente nulla da nascondere".

Oltre alle perquisizioni svolte in casa di Loris, gli investigatori della squadra mobile e della polizia scientifica hanno compiuto dei sopralluoghi – alla ricerca di eventuali tracce ematiche e di elementi utili alla risoluzione del caso – anche nell’abitazione di Manuela, dirimpettaia di Pierina, e nel box auto e nell’appartamento del padre, Duilio Bianchi, consuocero della vittima, il quale abita nello stesso complesso residenziale sebbene in una palazzina diversa. Sopralluoghi che tuttavia, stando a quanto emerso, non avrebbero evidenziato nulla di anomalo.

All’appello manca ancora l’arma del delitto. Così come non è stato possibile delineare con chiarezza il movente dell’omicidio. Anche se per i figli Giuliano, Chiara e Giacomo - assistiti dagli avvocati Marco e Monica Lunedei - "l’assassino di nostra madre non è da ricercare tra i parenti". Nessun ambito viene escluso: da quello familiare a quello dei vicini di casa residenti nelle palazzine di via Del Ciclamino fino ad arrivare ad un possibile "odio religioso" a cui ha fatto riferimento l’ex marito della vittima, Gianfranco Saponi.

Lorenzo Muccioli