Finti corsi di formazione con il Pnrr. Sequestro da 350mila euro a Montanari

Indagato il presidente del San Marino calcio per una vicenda che riguarda gli anni alla guida del Siena

Finti corsi di formazione con il Pnrr. Sequestro da 350mila euro a Montanari

Il presidente del San Marino calcio Emiliano Montanari, ex numero uno del Siena

Corsi formativi ai dipendenti finanziati da fondi Pnrr che, in realtà, non sono mai stati realizzati. Avrebbero permesso tra il 2021 e il 2022 all’Associazione Calcio Robur Siena 1904 spa, che all’epoca militava in serie C, di maturare crediti d’imposta in compensazione di debiti erariali. È quanto ipotizza la Guardia di finanza di Siena che, su richiesta del pm Siro De Flammineis accolta dal gip Sonia Caravelli, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, del profitto del reato fino alla concorrenza di 350mila euro nei confronti del legale rappresentante della società bianconera all’epoca dei fatti. Vale a dire dell’ingegnere Emiliano Montanari, allora numero uno del Siena e da qualche mese proprietario del rinato San Marino calcio. Con un progetto che ha portato nei mesi scorsi anche all’acquisizione di un terreno a Pietracuta dove nascerà il nuovo centro sportivo dei biancazzurri.

Montanari è indagato per indebita compensazione unitamente ad altre cinque persone. Sei dunque in tutto i nomi su cui le fiamme gialle hanno posto la lente di ingrandimento nell’ambito di un’indagine che era affiorata già un anno fa in Toscana, dopo le perquisizioni effettuate non solo nella sede legale della società ma anche a Firenze, Milano Napoli e Roma. Un’operazione complessa, l’analisi del materiale che era stato rinvenuto in tale circostanza. E che, unitamente ad altri riscontri investigativi, ha condotto alle nuove mosse della procura di Siena. L’inchiesta è scattata dall’analisi di rischio sull’effettività dei corsi formativi ai dipendenti dell’Acr Siena 1904 (che non sono coinvolti nell’indagine) "i cui oneri sono sostenuti dallo Stato attraverso il riconoscimento alle imprese di un credito d’imposta, corrispondente al costo della formazione, da utilizzare per l’abbattimento dei propri debiti tributari", spiegano le fiamme gialle. Fermo restando che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che, per il principio della presunzione di innocenza, la responsabilità degli indagati sarà accertata definitivamente solo in presenza di una sentenza irrevocabile di condanna, i finanzieri in questi mesi hanno scavato a fondo. E dagli approfondimenti sarebbe emerso "che i dipendenti della società calcistica – spiegano – non avrebbero mai seguito alcuna attività formativa, ritenendosi quindi inesistente il credito d’imposta di 350mila euro impiegato per la compensazione del debito tributario".