
Rimini, 13 agosto 2023 – Ferragosto in tono minore per la Riviera romagnola. Confesercenti mette sul piatto i numeri che mostrano come in buona parte delle località balneari italiane vada meglio. Urge una ricetta scaccia-crisi e l’associazione dice di averla individuata: "Bisogna utilizzare le risorse del Pnrr per migliorare le infrastrutture a supporto dell’economia turistica".
Supermercati aperti a Ferragosto in Emilia Romagna
Una proposta che si scontra con le rimostranze che il Comune di Rimini ha indirizzato al governo per essersi visto dare un taglio di 20 milioni alle risorse del Pnrr con cui finanziare il completamento del Parco del Mare. Per il governo quei soldi, non ora, arriveranno. Intanto i cantieri restano in attesa. E non sono i soli. Per una riviera molto attenta ai numeri, quelli del centro studi turistici di Firenze per Assoturismo-Confesercenti fanno riflettere. Durante il ponte di Ferragosto nella Riviera romagnola, di cui quella riminese è protagonista assoluta, l’occupazione delle camere alberghiere è al 78%. Valore ben distante da altre mete quali i lidi in Veneto (96%), la Versilia (90%) e la Riviera del Conero (96%). Il last minute potrebbe cambiare i valori e la stessa Confesercenti ammette che "c’è stato un miglioramento", ma non sarà sufficiente per arrivare al pienone: "I risultati sono al di sotto delle aspettative e del 2022".

In particolare per Fabrizio Vagnini, presidente provinciale di Confesercenti, "a Ferragosto si registra finalmente un ritorno alla crescita dei flussi turistici, anche se restiamo lontani dalle attese e registreremo con ogni probabilità una flessione del numero di presenze rispetto allo scorso anno". Con simili numeri è già partita la caccia al capro espiatorio. "Quest’estate purtroppo è stata frenata da numerosi fattori, dal caro-vita, che ha messo in difficoltà soprattutto le famiglie e incrementato i prezzi delle destinazioni, al caos delle tariffe aeree schizzate alle stelle. Elementi che dovrebbero far riflettere sui problemi di sempre del nostro turismo: bisogna utilizzare le risorse del Pnrr per migliorare le infrastrutture a supporto dell’economia turistica".
Il turismo tricolore è in difficoltà e le famiglie faticano a garantirsi la classica vacanza. Il mantra che ripetono gli albergatori è servito, ed in effetti le flessioni non riguardano solo la riviera romagnola, ma in forme diverse le destinazioni di mare nel Paese. Per Ferragosto "a fronte di un leggero incremento della saturazione dell’offerta ricettiva delle riviere del Sud e delle isole, emergono valori di stabilità per la Riviera adriatica veneta, del Conero e della Costa smeralda. In leggera flessione i tassi di saturazione rilevati per tutte le altre riviere, con un calo più marcato per la Riviera romagnola, per la quale la percentuale di occupazione scende al 78%, in una classifica guidata dalla Sardegna-Costa Smeralda con il 97%". Se la calca a Ferragosto è un’immagine legata al passato, e non solo per la Riviera riminese, l’aumento dei prezzi è comune. Stando alle analisi dell’Unione nazionale consumatori quest’anno i prezzi degli alberghi a Rimini sono aumentati dell’11,1% su base annua, meno della media nazionale (12,8%). Mentre per i ristoranti siamo su un aumento del 6%, in linea con quello nazionale (6,3%).