
Premio Ferragosto d’oro, Riccione 18 agosto 1969. Un’edizione con grandi artisti. Nella foto la premiazione del cantante Mario Tessuto (foto Liverani)
La Riviera Romagnola, con le sue spiagge dorate, i locali notturni e il fermento culturale, ha rappresentato il cuore pulsante di un’Italia in piena trasformazione negli anni Sessanta e Settanta. Tra i protagonisti di quel periodo emerge Mario Tessuto, simbolo di un’estate eterna grazie alla sua intramontabile hit “Lisa dagli occhi blu”, che risuonava ovunque: dai jukebox in riva al mare alle discoteche affollate. Tessuto, scomparso l’altro giorno all’età di 81 anni, ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva, rappresentando non solo la colonna sonora di quegli anni, ma anche lo spirito vibrante di Riccione, una delle capitali della dolce vita italiana. La musica era il filo conduttore della vita della Perla Verde. Festival e premi musicali come il “Ferragosto d’oro” erano appuntamenti irrinunciabili per gli appassionati e gli addetti ai lavori. Tessuto trionfò nel 1969, facendo cantare e sognare intere generazioni. Riccione non era solo una meta turistica: era un vero e proprio palcoscenico. Qui, giovani provenienti da tutta Italia si mescolavano con celebrità, dando vita a una scena frizzante che aveva nei locali notturni e nelle manifestazioni musicali i suoi punti di forza. L’atmosfera era un cocktail perfetto di eleganza, divertimento e modernità. Il “Ferragosto d’oro“ era una celebrazione corale di artisti, stili e suoni. Accanto a Tessuto, a calcare il palcoscenico furono anche l’eclettico Ivan Graziani, chitarrista e voce del gruppo Anonima Sound, accompagnato dai suoi compagni di band Walter Monacchi (basso) e Velio Gualazzi (batteria). Tra i gruppi musicali che infiammavano la platea spiccavano i New Trolls. Ma il Ferragosto d’oro non era solo musica: era anche spettacolo e mondanità. A presentare l’evento, la carismatica Anna Mascolo, vera icona dell’eleganza televisiva, affiancata da figure del calibro di Walter Chiari. L’evento del 1969 fu la perfetta rappresentazione di quella che Riccione era in quegli anni: un luogo di ritrovo per talenti, un crocevia di mode e tendenze.