Rimini, 27 dicembre 2024 - "Abbiamo fatto di tutto per salvarli, ma purtroppo non è stato possibile, questo ci dispiace molto perché è come una sconfitta per noi". C'è profonda tristezza nelle parole di Daniele Perilli, presidente regionale del Soccorso alpino e Speleologico dell'Abruzzo, presente anche lui alle operazioni di ricerca dei due escursionisti riminesi Cristian Gualdi, 42 anni, e Luca Perazzini, 48 anni dispersi sul Gran Sasso e trovati senza vita questa mattina.
"La nostra mission da soccorritori è sempre quella di portare a casa le persone vive; purtroppo accadono anche queste cose. Noi siamo sempre pronti a fare qualsiasi sforzo, come questa volta, insieme anche alla Guardia di Finanza: abbiamo fatto di tutto per cercare di risolvere il problema in maniera positiva". "Abbiamo collaborato tutti insieme - ha sottolineato -. Siamo qui per salvare le persone e quando accadono queste cose siamo i primi a rattristarci. Quando non riusciamo a portare le persone a valle per noi è una sconfitta".
"C'è stato un grande lavoro di squadra - ha spiegato Passalacqua, comandante della stazione del soccorso alpino delle Fiamme gialle dell'Aquila, a proposito dell'attività di ricerca "nel quale ognuno era impegnato nella localizzazione dei dispersi nel minor tempo possibile. Abbiamo solo il rammarico di aver trovato purtroppo due persone che non sono più in vita. Non ci possiamo rimproverare nulla perché nella giornata di domenica abbiamo davvero sfidato le intemperie per cercare di raggiungerli, però non ci è stato possibile".
"Abbiamo fatto un avvicinamento lento"
"Abbiamo fatto un avvicinamento lento, perché sapevamo che contemporaneamente c'era il sorvolo dell'elicottero, aspettavamo l'esito di questo sorvolo. C'è stata data poi la notizia di una sagoma che si vedeva a terra, eravamo lì, abbastanza vicini ci siamo avvicinati ed abbiamo constatato che si trattava di uno dei due dispersi". Cosi' i soccorritori, Alessandro Marucci del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e il maresciallo Francesco Mastropetro della stazione del Soccorso alpino delle Fiamme gialle dell'Aquila. "Contemporaneamente - hanno proseguito i due soccorritori - abbiamo messo in sicurezza, l'area (dove marcato è il rischio valanghe, ndr) e poi fatto entrare le altre squadre per la ricerca del secondo alpinista, trovato con delle sonde senza vita a poca distanza dal primo compagno di escursione”.
La spedizione è partita all’alba
“Abbiamo iniziato a lavorare questa mattina presto - ha aggiunto Marucci - potendo contare sul trasporto delle squadre di soccorso in quota attraverso la funivia. Da lì abbiamo allestito un campo base. Alcune squadre si sono progressivamente avvicinate all'area di ricerca e contemporaneamente abbiamo coordinato l'attività degli elicotteri per fare dei sorvoli di valutazione della sicurezza”.
I familiari delle vittime: “Ringraziamo tutti i soccorritori”
"Ringraziamo tutti i soccorritori per il lavoro svolto in questi giorni": sono le parole dei familiari della vittime che trovano la forza, oltre il dolore, di rivolgere un messaggio a chi in questi giorni ha fatto di tutto per riportare a casa i due alpinisti romagnoli. Un dolore composto il loro, che fin da subito hanno raggiunto l'Abruzzo per seguire da vicino le ricerche: giorni passati con il fiato sospeso sperando fino all'ultimo nel miracolo. Una speranza che si è spenta oggi con l'epilogo più doloroso.