Farmaci proibiti al cavallo. Doping prima di una gara. L’istruttore va a processo

All’animale era stato somministrato un potente antinfiammatorio, vietato negli eventi sportivi. Un 64enne accusato di frode e maltrattamenti: il caso portato a galla dalla Federazione.

Farmaci proibiti al cavallo. Doping prima di una gara. L’istruttore va a processo

Farmaci proibiti al cavallo. Doping prima di una gara. L’istruttore va a processo

Doping somministrato ad un cavallo. Per migliorarne le prestazioni in occasione di una prestigiosa competizione ippica svoltasi a San Giovanni. Secondo la ricostruzione compiuta dai carabinieri forestali, il farmaco proibito sarebbe stato inoculato direttamente dall’istruttore del cavallo. L’uomo, un 64enne difeso dall’avvocato Carmine Di Bernardino, dovrà ora affrontare un processo davanti al giudice del tribunale di Rimini, l’11 novembre prossimo. Nei suoi confronti è stato infatti disposto il rinvio a giudizio. Diverse le accuse a suo carico e delle quali potrà rispondere, fornendo la propria versione dei fatti, nel corso del procedimento: frode in competizioni sportive, reato che prevede la reclusione da due a sei anni e la multa da mille a 4mila euro; maltrattamento di animali, in quanto il trattamento farmacologico era stato somministrato in assenza di indicazioni terapeutiche causando sofferenze all’animale, che prevede la reclusione da 3 a 18 mesi e una sanzione dai 5mila ai 30mila euro; esercizio abusivo della professione, in quanto il trattamento sanitario effettuato comporta l’intervento di un veterinario, che prevede la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da 10mila ai 50mila euro.

Le indagini, svolte dai carabinieri forestali del nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale, sono partite a seguito della segnalazione inoltrata dalla stessa Federazione che per prima aveva portato a galla lo scandalo. Secondo la ricostruzione, l’uomo avrebbe somministrato un potente antinfiammatorio ad un cavallo da corsa prima di una gara di salto ostacoli svoltasi nell’ottobre del 2020. L’istruttore sportivo responsabile dell’iniezione sull’animale era stato sottoposto a un provvedimento disciplinare e a un periodo di sospensione da parte della Federazione Italiana Sport Equestri.

La siringa e il flacone di farmaco sequestrati all’istruttore erano stati inviatati al laboratorio di analisi del dipartimento della Fise per accertamenti. Gli esami avevano così permesso di scoprire che al cavallo era stato somministrato del ’fenilbutazone’, un antinfiammatorio vietato nell’ambito degli eventi sportivi, essendo ritenuto doping a tutti gli effetti. All’indagato è stata inoltre contestata l’ipotesi accusatoria di maltrattamento di animali, in quanto il trattamento farmacologico – secondo la ricostruzione degli inquirenti – sarebbe stato somministrato in assenza di indicazioni terapeutiche causando sofferenze all’animale.

La ‘puntura’ effettuata sul cavallo è costata all’indagato anche una denuncia per esercizio abusivo della professione, in quanto l’operazione da lui compiuta poteva essere svolta esclusivamente da personale veterinario.