
Una scuola in una foto d'archivio. I tre sono finiti nei guai per false attestazioni per l'insegnamento
Rimini, 22 novembre 2024 – False attestazioni per inserirsi nelle graduatorie provinciali per l’insegnamento. L’inchiesta avviata a Foggia ha finito col coinvolgere anche Rimini, dove due dei tre arrestati (ora ai domiciliari) si erano trasferiti da pochi mesi.
Si tratta di moglie e marito: lui, Carmelo Fiorilli, aveva iniziato a insegnare in un istituto superiore dove da alcuni giorni non hanno più sue notizie. Quello che è raccolto nelle 43 pagine dell’ordinanza che ha portato agli arresti di Antonietta Ruggieri, avvocata, del marito Carmelo Fiorilli, e di Angela Rosa Ciotola, dirigente dell’istituto paritario Garibaldi di Vairano Patenora, nel Casertano, mostra un sistema articolato che ha al centro le false attestazioni fatte per inserire e fare scalare le graduatorie a persone che non erano in possesso dei requisiti necessari.
Grazie al sistema architettato, secondo la ricostruzione, le persone finite nell’indagine potevano contare su punteggi che consentivano di prendere una scorciatoia per l’insegnamento. L’inchiesta era partita ad agosto del 2023 dopo l’arrivo di tre distinti esposti anonimi che avevano fatto scattare le indagini dei carabinieri di Foggia coordinati dalla procura, e si è conclusa a maggio.
Oltre alle tre misure cautelari, sono state emesse nove interdittive per la sospensione dall’insegnamento nei confronti di altrettante persone, i ‘finti’ insegnanti – tra i quali il figlio della coppia –, residenti tra Foggiano e Casertano, arrivati in classe grazie alle false attestazioni. Il meccanismo messo in atto dai tre consentiva di documentare rapporti lavorativi con l’istituto casertano tra 2018 e 2023, quando in realtà le persone raggiunte dai provvedimenti non avevano svolto insegnamento nella scuola.
Nell’ordinanza del gip si legge del "meccanismo messo in atto teso a falsificare continuativamente il requisito del possesso dei titoli e delle esperienze richieste per la compilazione delle graduatorie provinciali".
Era la dirigente a chiedere la comunicazione obbligatoria di lavoro con cui gli indagati dichiaravano di avere prestato servizio come insegnanti, il che gli consentiva di non fare le preselezioni nel percorso utile al conseguimento del Tfa (tirocini formativi attivi). Tutto ciò senza versare i contributi all’Inps. Le misure cautelari sono state emesse all’inizio della settimana e hanno raggiunto l’insegnante e l’avvocato a Rimini, in un residence.