
L’accusa era di quelle pesanti: di una tentata estorsione ai danni della ex moglie, la quale aveva denunciato il...
L’accusa era di quelle pesanti: di una tentata estorsione ai danni della ex moglie, la quale aveva denunciato il compagno, un riminese di 72 anni, poiché stando alle accuse l’avrebbe costretta ad assumere una obbligazione contrattuale indebita. Nello specifico, il 72enne secondo le accuse avrebbe costretto la donna a stipulare dichiarazioni in cui esprimeva volontà differenti da quelle reali riguardo all’impegno a restituire denaro che l’uomo le versava mensilmente.
I soldi, 600 euro al mese per un complessivo di 22mila euro, sarebbero serviti alla donna per pagare la baby-sitter dei figli nati fuori dal loro matrimonio, ma, stando all’accusa, il 72enne non avrebbe voluto comparire come obblifato a farlo e pertanto aveva fatto redigere uno scritto di una dichiarazione estorta in cui la donna attestava che la somma veniva elargita a titolo di prestito e sotto la presunta minaccia per cui se la donna non l’avesse fatto, lui, l’imputato di 72 anni, non le avrebbe più dato nemmeno un centestimo per prendersi cura dei figli mediante il pagamento della tata.
A processo, il giudice Margherita Brunelli ha tuttavia assolto dall’accusa di tentata estorsione l’imputato di 72 anni, difeso dall’avvocato Giovanna Ollà, perchè il fatto non sussiste, ritenendo che l’imputato non avesse mai utilizzato le ricevute per richiedere la restituzione delle somme versate alla propria ex moglie.