Ermeti, un ‘premier’ in Fiera: "Io, Cagnoni e il nuovo corso"

Il presidente del Gruppo Ieg parla della successione e degli obiettivi del colosso riminese . E sull’aeroporto incalza Bologna: "Il Marconi è in affanno, serve una politica regionale".

Ermeti, un ‘premier’ in Fiera: "Io, Cagnoni e il nuovo corso"

Ermeti, un ‘premier’ in Fiera: "Io, Cagnoni e il nuovo corso"

di Carlo Andrea Barnabè

Ieg è arrivata prima del governo. Il premierato, nei piani alti della Fiera di Rimini, è entrato in vigore lo scorso aprile, quando Maurizio Ermeti ha ottenuto l’investitura ufficiale: presidente del Gruppo dopo il lungo regno di Lorenzo Cagnoni. Un premier che subentra a un monarca.

"Non l’ho vissuto come un inizio, piuttosto come una riconferma – spiega Ermeti –. Già in settembre mi sono preso carico di seguire l’azienda. Mi sono immediatamente reso conto che era un po’ compressa nel modello di governo, che serviva scandagliare il mercato e liberare la capacità di pensiero".

E ci siete riusciti?

"Ci stiamo muovendo bene. Non dico solo io, ma anche il mercato".

Non era l’unico candidato in corsa per la presidenza, ma al traguardo è arrivato lei. Se lo aspettava?

"Quando il sindaco di Rimini me l’ha chiesto, dopo averne parlato con gli altri soci, sono rimasto un po’ sorpreso. Di solito si tratta di nomine in cui la politica ha un forte peso".

Non negherà di averci lavorato...

"Confesso che ero più dispiaciuto per aver perso un uomo come Cagnoni che preoccupato di occupare la poltrona. Probabilmente il lavoro fatto in quei mesi di transizione ha pagato. A partire dal piano industriale che ho voluto fermamente e da subito".

Cagnoni era la Fiera. E’ consapevole che in tanti diranno ‘quando c’era lui...’

"Negarlo sarebbe da stupidi. Con Lorenzo avevo un buon rapporto, costruito in 26 anni di lavoro. Ho imparato tante cose, a partire dalla consapevolezza che la Fiera non è solo una vetrina ma un pezzo importante della economia di Rimini. Spesso quando devo prendere delle decisioni chiudo gli occhi e provo a immaginare come avrebbe agito lui".

Ieg, nella versione Ermeti, dove vuole arrivare?

"Prima di tutto ritengo le relazioni fondamentali e questo avrà un grosso peso nei rapporti con il team di lavoro. L’obiettivo, che condivido in primis con l’amministratore delegato Corrado Peraboni, è di diventare in cinque anni leader per capacità di produrre fatturato. Vogliamo passare dal fare fiere a offrire servizi a chi vuole organizzarle".

Parliamo di aeroporto?

"Mi chiedo come non sia possibile varare una strategia politica regionale che tenga conto che siamo tra le principali destinazioni leisure d’Italia e un importante polo fieristico. E’ palese che vada sostenuto un percorso per l’alta velocità ferroviaria, ma sull’aeroporto non si muove nulla. Non parlo di soldi, ma di definire la compresenza dei due scali, noi e Bologna. Al Marconi la qualità del servizio è pessima, ha un problema di espansione e ha bisogno di un aeroporto satellite".