Assolto in quanto il reato a lui contestato – tentata truffa – è stato ritenuto non punibile per la particolare tenuità del fatto. Il riminese Riccardo Luchetti, chirurgo ortopedico e chirurgo della mano, dovrà risarcire il danno morale che sarebbe stato patito dalla parte civile, una donna di 46 anni, per un totale di 5mila euro, oltre alle spese legali. Questo l’esito della sentenza emessa dal giudice monocratico di Rimini a conclusione di un processo scaturito dalla denuncia di una ex paziente avuta in cura dall’eminente professionista in una clinica privata. Anche la Procura aveva chiesto per Luchetti l’assoluzione.
Nel 2018, la donna aveva deciso di rivolgersi al luminare per via di forti dolori al polso e alla mano sinistra di cui soffriva da temp. La paziente si era così sottoposta, in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, ad un intervento di artropatia, in seguito al quale sarebbero emersa la presenza di gravi lesioni ai legamenti del polso. Il medico avrebbe quindi prospettato alla donna la necessità di un secondo intervento più invasivo per migliorare le sue condizioni di salute.
A questo punto le versioni della paziente e della professionista divergono. La prima sostiene che il chirurgo avrebbe descritto l’intervento come particolarmente costoso, tanto da non poter essere eseguito in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, suggerendo quindi di eseguire l’operazione in regime privatistico. Il medico, al contrario, sostiene di non aver mai affermato che l’intervento non poteva essere coperto dal Sistema Sanitario Nazionale, ma che, trattandosi di un’operazione complessa e dal costo elevato, da lui veniva fatta solo in regime privatistico e ciò in quanto "era notorio che le case di cura opponevano resistenza ad effettuare interventi che implicavano spese che andavano oltre i tetti di spesa pubblici".