Rimini, 24 dicembre 2015 - Preparatevi perché siamo solo all’inizio. L’inizio di una guerra di nervi e di numeri, di sondaggi veri e di altri presunti, raccontati ad arte per delegittimare questo o quel candidato. Da qui a quando si votrà a votare, in primavera, per le comunali a Rimini ne vedremo e sentiremo delle belle. Intanto la guerra ha già preso il via.
Da un paio di giorni girano in città i risultati di un sondaggio che sarebbe stato commissionato da personaggi legati al centrodestra. Un primo test in vista degli altri che seguiranno. Anche il Pd non ha perso tempo. Nei prossimi giorni partirà un sondaggio per testare il gradimento sul sindaco Gnassi e confrontare l’intenzione di voto in caso di ballottaggi con il candicato del M5s e e quello del centrodestra. Il Pd lo ha fatto per Merola a Bologna, ora è la volta di Rimini. L’indagine sarà avviata dopo le festività natalizie e i risultati dovrebbero essere pronti già nel mese di gennaio.
Nel frattempo girano in questi giorni i dati di un sondaggio che sembra sia stato confezionato su misura da qualche esponente dell’area del centrodestra, visti alcuni risultati in forte controtendenza con quanto emerge a livello nazionale. «Non abbiamo commissionato alcun sondaggio», mette le mani avanti il coordinatore provinciale di Forza Italia Giulio Mignani, interpellato sulla vicenda. Qualcuno però si sarebbe mosso, affidando a una società di Milano (specializzata in ricerche di mercato anche per grandi aziende), il compito di telefonare a casa dei riminesi sottoponendo domande sull’operato di Gnassi, sul Pd, sull’opportunità o meno del centrodestra di presentarsi unito alle urne con un unico candidato, sulla preferenza di voto in caso di ballottaggi.
Stando ai numeri filtrati dal sondaggio, fatto su un campione di oltre mille riminesi alla fine della scorsa settimana, l’operato di Gnassi viene giudicato «decisamente positivo» dal 18,5%, «positivo solo in parte dal 23,7%», «negativo dal 27,7%», «in parte negativo» dal 14,5%» mentre gli altri si sono astenuti. Alla domanda se hanno intenzione di votare diversamente rispetto al 2011, gli intervistati hanno risposto «sì» per il 23,4% e «no» per il 35,6%, è alta la percentuale (26%) di chi non intende votare, mentre sfiora il 15% la fetta di chi non risponde. Per quanto riguarda il centrodestra, il 29,6% è «favorevole» al fatto che FI, Lega Nord, Fratelli d’Italia si presentino in un solo schieramento, mentre il 27,4% si sarebbe dichiarato «indifferente», il 16,1% è contrario e il 13% li vorrebbe divisi al primo turno (il resto non risponde).
Secondo i dati, nel caso di ballottaggio tra centrosinistra e M5s risulterebbe favorito il candidato grillino. E lo sarebbe anche nel caso del ballottaggio contro il centrodestra. Sulle modalità di questa indagine restano molti dubbi. Intanto il portavoce della lista civica Progetto Rimini, Natale Arcuri, attacca i partiti di centrodestra: «A oltre sei mesi dalle elezioni lanciare il toto nomime significa considerare l’appuntamento di maggio solo un passaggio tattico per arrivare a comodi posizionamenti o accordi futuri. Non sarebbe male che prima di lanciare nomi si lavorasse a un programma di rilancio della città, come stiamo facendo noi».