REDAZIONE RIMINI

"Dura salvare la gente con mosconi da 100 chili"

I marinai di salvataggio di Rimini chiedono un servizio pubblico garantito dal primo maggio al 30 settembre, con turni di 12 ore, e strumenti di salvataggio adeguati. Formazione e contratto devono essere aggiornati.

"Dura salvare la gente con mosconi da 100 chili"

"Lavoriamo con mosconi pesanti cento chili omologati per un’onda alta 60 centimetri, ma in acqua ci andiamo a salvare le persone quando l’onda arriva a un metro e mezzo. Non tutti ci riescono". A fine stagione è finita anche la pazienza dei marinai di salvataggio, lascia intendere Matteo Angelini, referente dell’associazione che riunisce i salvamenti. Nella provincia di Rimini i salvataggi sono centinaia. Se ne trova uno ogni 150 metri, dal confine con Gabicce fino al confine con San Mauro Mare. Anche quest’anno si avvicina il momento in cui dovranno scendere dalla torretta e mettere la canotta rossa nell’armadio. Accadrà il 17 settembre, ultimo giorno di lavoro. Come ogni anno si apre il dibattito sull’allungamento della stagione, ma questa volta i salvamenti fissano i paletti.

"Non intendiamo più sederci a tavoli per assistere ad aste su qualche giorno in più di servizio. Noi la proposta l’abbiamo già fatta e presentata all’assessore regionale Andrea Corsini e ai Comuni. Il servizio in torretta va garantito dal primo giorno di maggio fino al 30 settembre, tutti i giorni. Lo riteniamo un punto di partenza inderogabile. Inoltre non si deve più parlare di 8 ore di servizio, dalle 9,30 del mattino alle 13 e dalle 14 alle 18,30. Il servizio deve essere di 12 ore diviso in due turni. Se lo diciamo c’è un motivo. Come scritto nei report che ogni anno presentiamo alle amministrazioni pubbliche, gran parte dei servizi e delle situazioni pericolose si verifica fuori dagli orari di copertura del servizio. Non solo, è proprio all’inizio della stagione e in settembre che ci sono più rischi in acqua. Prima delle mucillagini il servizio cominciava il 20 maggio e finiva il 20 settembre. Possibile che oggi si sia tornati indietro?".

Quello su cui puntano i marinai di salvataggio non è semplicemente ottenere qualche settimane in più di servizio, dunque di stipendio. "Stiamo parlando di un servizio pubblico che va garantito nelle migliori condizioni. Ancor oggi utilizziamo mosconi degli anni Settanta. Nell’ordinanza balneare da dieci anni si parla di strumenti quali rescue tube, rescue boat, tavole con opportuni agganci per affrontare i salvataggi tra le onde, ed anche moto d’acqua per arrivare velocemente e nelle migliori condizioni nel punto dove effettuare il salvataggio. Strumenti a discrezione dei concessionari, ovvero le Cooperative dei bagnini. Chi li ha visti?". Infine il contratto, "che non subisce modifiche dal 2007, mentre altre tante cose cambiano. Ad esempio la formazione. Oggi la dobbiamo pagare noi, è assurdo. Per la nostra categoria dovrebbe essere pagata da altri".

Andrea Oliva