Rimini, 19 febbraio 2017 - «Mio figlio si droga?» È il dubbio che assilla ogni genitore. Adolescenti e sballo. Il tema è tornato alla ribalta di recente, dopo il suicidio di un 16enne ligure, scoperto dalla Guardia di Finanza con alcuni grammi di hashish. Per mamma e papà è un vero tormento: chissà se anche i loro ragazzi fanno uso di spinelli o di altre sostanze... Quando la classica perquisizione della cameretta non basta, ecco entrare in gioco la scienza. La procedura è semplice: basta una provetta con un po’ di pipì o una ciocca di capelli. Anche nella nostra provincia esistono diversi laboratori di analisi che si occupanodi test nel campo degli stupefacenti. E le richieste da parte delle famiglie riminesi non mancano di certo.
«Noi forniamo l’apposito contenitore e loro ci portano la ciocca – spiega il dottor Mirko Maffei, del laboratorio ‘Mare.A’ di Cattolica, uno degli unici che offre il servizio di analisi del capello –. In alcuni casi se la procurano di straforo, strappandola nel sonno o recuperandola da spazzole e lavandini. Di recente ai genitori preoccupati per il figlio si aggiungono anche fidanzate e mogli. Magari hanno notato qualcosa di strano nel partner, e naturalmente vogliono verificare i loro sospetti. Il test costa 120 euro, ed è in grado di rivelare tracce di eroina, cocaina, morfina, codeina, marijuana, hashish, ecstasy, amfetamine e metamfetamine, risalendo indietro nel tempo anche di diversi mesi. Non solo: fatta eccezione per il Thc (il principio attivo della cannabis, ndr) possiamo stabilire anche se si tratta di un uso occasionale oppure frequente. La quantità di capelli richiesta è minima: parliamo di appena 80 milligrammi. I risultati in genere sono disponibili entro otto giorni lavorativi. Ovviamente il tutto si svolge nel massimo rispetto della privacy e con garanzia dell’anonimato. In un anno commissioniamo circa un centinaio di test. La percentuale di positività si aggira attorno al 50 per cento. Le sostanze per cui abbiamo maggiori riscontri sono marijuana, specie negli adolescenti, e cocaina».
Al laboratorio Sistema 2000, in via Sforza a Rimini, vengono invece passati al setaccio i campioni di urine. «E capita spesso – spiegano dal centro – che mamme e papà facciano aggiungere il test tossicologici ai normali esami. Il costo varia a seconda del numero di sostanze da analizzare. Si va dalla cannabis e derivati alla cocaina, dall’ecstasy all’eroina. Nella maggior parte dei casi le provette arrivano dai genitori di adolescenti. Può succedere che in casa i genitori notino qualche comportamento anomalo. Parliamo di ragazzini tra di 15, 16 o 17 anni, che frequentano le scuole superiori. All’incirca uno su tre risulta positivo alla marijuana. Mediamente riceviamo prenotazioni per questo esame una volta a settimana, all’incirca 50 o 60 volte in un anno».
Su internet esistono anche dei kit fai-da-te in vendita per poche decine di euro. Il funzionamento è analogo ai test di gravidanza, e le ordinazioni sono in aumento. E poi ci sono gli investigatori privati. Che spesso vengono arruolati dai genitori, in ansia per le ‘cattive amicizie’ della prole. «Tutto comincia quando i genitori notano i primi campanelli d’allarme – spiega Alessandro Giuliani, dell’agenzia Abax –. Magari il figlio rientra a casa tardi, risponde male alle loro domande e durante il giorno ha l’aria un po’ stranita. Ci viene chiesto di seguire i loro spostamenti, quali persone frequentano e di capire se fanno uso di sostanze stupefacenti. Per lo più si tratta di spinelli».