
Doppio cognome per 80 bambini. Sempre più genitori lo scelgono
Sempre più genitori a Rimini decidono di dare il doppio cognome ai loro figli. Nel 2023 in città sono nati 942 bambini e tra loro ben 79 sono stati registrati con il doppio cognome, ovvero con quello della madre in aggiunta a quello del padre. Una possibilità che, almeno sulla carta, esisteva già. Ma che è stata resa molto più facile dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale nell’aprile 2022 e la successiva circolare diramata dal ministero dell’Interno, che ha cancellato l’automatismo del patronimico (il cognome paterno), valorizzando l’accordo tra i genitori nell’assegnazione del cognome. La scelta di registrare i figli col doppio cognome sta diventando sempre più diffusa. A Rimini nel 2023 quasi l’8% dei nuovi nati ha ricevuto dai genitori il doppio cognome. "Ma in realtà – osservano da Palazzo Garampi – la percentuale è più elevata, perché il dato non tiene in considerazione i i neonati figli di cittadini stranieri", ai quali si attribuisce il doppio cognome in base alle leggi dei loro rispettivi paesi di origine. In Italia, specie nelle regioni del nord, la percentuale dei bimbi registrati con doppio cognome viaggia in media – a seconda dei comuni – tra il 5% e il 18%.
La procedura per attribuire al figlio il doppio cognome è semplice e accessibile. Basta che i genitori comunichino la loro decisione all’ufficiale di stato civile o all’addetto della direzione sanitaria preposto a ricevere le dichiarazioni di nascita, senza ulteriori formalità. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale sono stati diversi, a Rimini, i genitori che si sono presentati in Comune per attribuire il doppio cognome a figli già grandi. L’anno scorso la richiesta è stata fatta per 5 bambini e ragazzi. "Penso che la scelta del doppio cognome – osserva Francesco Bragagni (foto), assessore ai servizi civici – non sia solo un atto formale: è una vera e propria dichiarazione di parità e inclusione. Con questa scelta i genitori contribuiscono a costruire una narrativa familiare paritaria, dove uno dei due non è più importante o più autorevole dell’altro in base al genere. È il riflesso di un cambiamento sociale e culturale verso la parità tra uomo e donna, che passa – anche – da decisioni linguistiche e simboliche. Invitiamo tutti i genitori riminesi a valutare questa possibilità".
Manuel Spadazzi