REDAZIONE RIMINI

Discriminazioni e bambini

SEGUE DALLA PRIMA

E allora mi siedo in ginocchio, e

sul prato prendo in mano due fiori diversi, cercando di spiegarle cos’è la diversità somatica. Poi passo a discorsi più difficili anche per me, come mai un paese si trova in guerra, e perché tante persone scappano per cercare un futuro migliore. Poi pronuncio altre parole: repulsione, disgusto, emarginazione, razza, diversità, odio, infelicità. E ci sono parole che mentre le pronuncio mi irritano, e lei non capisce perché mi agito. La tranquillizzo, le chiedo se lei, alla scuola elementare che frequentava prima del lockdown, aveva qualche amichetta di banco non italiana. Mi dice che sì, c’era una ricciolina che le era molto simpatica, straniera, la chiamavano la “neretta” in classe, ma che mai aveva notato che fosse diversa da lei. Chiedo a Sara come la chiama lei, la “neretta”. “ Sara, la chiamo Sara, si chiama come me! “ mi dice sorridendo. Ecco i bambini non hanno filtri, né barriere, sono puri. Non nascono razzisti. Forse il mio umile pensiero andrebbe divulgato ai grandi, nascosti dietro i loro credi e pieni di pregiudizi.

Rosalba Corti