ANDREA OLIVA
Cronaca

Dighe di tronchi nei fiumi. A ripulire saranno i cittadini

È sufficiente compilare un modulo per prelevare legname dai corsi d’acqua della provincia. Quanto raccolto non potrà superare i 250 quintali all’anno e andrà utilizzato per uso domestico.

A ripulire i fiumi dai tronchi che potrebbero formare una diga naturale e fare esondare i corsi d’acqua, saranno i cittadini. L’opportunità la offre la Protezione civile. Basta compilare un modulo, presentare un documento, una planimetria della zona in cui si è prelevato il legname dal sedime del fiume o del torrente, e allegare qualche foto, se ci scappano. Poi si può portare il bottino a casa per bruciarlo o farne altro. In provincia ci sono già Comuni che si sono mossi lanciando sui propri siti una sorta di appello alla cittadinanza, mostrando questa possibilità, vedi il Comune di Misano.

Dietro all’opportunità sta la difficoltà nel gestire la pulizia dei corsi d’acqua.

Piogge improvvise sempre più copiose. Venti che sferzano le aree boschive dove passano i corsi d’acqua e abbattono gli alberi. Il risultato sono i tronchi che si ammassano nei fiumi e torrenti, che possono portare i corsi d’acqua a esondare, accumulandosi in corrispondenza di ponti o altri ostacoli. Quanto accaduto in settembre sul fiume Lamone con la diga naturale di tronchi ammassati al ponte ferroviario di Boncellino, è solo una delle immagini più emblematiche di quanto accade in tanti altri fiumi.

Accade la medesima cosa anche nei corsi d’acqua in provincia, diversi dei quali a carattere torrentizio. In condizioni normali l’acqua è poca, ma con gli eventi estremi che stanno diventando sempre più frequenti, l’acqua aumenta e porta con sé quanto si trova sulle sponde e argini dei torrenti. "A tutela della pubblica e privata incolumità e della salvaguardia dei beni - si legge nella comunicazione della Protezione civile - si ritiene necessario assicurare ogni utile e possibile contributo alla riduzione del rischio idraulico". Una sorta di chiamata per la cittadinanza.

C’è un limite al prelievo di legname, stimato in 250 quintali annui, comunque sia una soglia molto alta. L’utilizzo del legname raccolto dovrò essere finalizzato all’autoconsumo, dunque per uso famigliare. Si potrà andare a caccia di legna nei fiumi e torrenti, ovunque, tranne che nei tratti con argini. Chiaramente per prelievo di legna si intende quella portata dal fiume e non il taglio di arbusti e alberi. Nella provincia riminese il provvedimento vale per i corsi d’acqua: Conca, torrente Marano, rio Melo, torrente Ventena, il Tavollo, il fiume Marecchia, il torrente Ausa, il fiume Uso ed anche gli affluenti minori di questi corsi d’acqua. La comunicazione scritta dovrà essere indirizzata all’Ufficio territoriale sicurezza territoriale e Protezione civile di Rimini in via Rosaspina, oppure via mail a stpc.rimini@postacert.regione.emiliaromagna.it, e per conoscenza ad Arpae attraverso l’apposito modulo.

a.ol.