Rimini, 26 luglio 2024 – C’è decisione mista a stanchezza negli occhi di Manuela Bianchi, definiti da un filo di mascara nero. Seduta al tavolino di un bar, tra le mani stringe un bicchiere colmo di succo di mandarino verde. Di fronte a lei, il consulente e criminalista Davide Barzan, che assieme al generale Garofano e all’avvocato Nunzia Barzan rappresenta il pool difensivo della donna. In attesa di parlare con il suo spiccato accento riminese, Manuela asciuga il sudore dalle guance e si bagna appena le labbra, prima di riavvolgere il nastro a quando Louis Dassilva, il suo ex amante, è stato arrestato per l’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne trucidata con 29 coltellate a Rimini il 3 ottobre 2023. Accusato di aver ucciso e di averlo fatto per lei. “Ma non è il Louis che conosco io”.
Riprende da qui, Manuela, da Louis: “Una persona buona, il cui arresto mi lascia incredula. Non mi capacito ancora di pensare che abbia potuto compiere il gesto per cui lo accusano, pur riconoscendo che la Procura avrà avuto le sue ragioni per chiedere e ottenere la misura cautelare nei suoi confronti. Ma io resto convinta di chi ho conosciuto e speranzosa che Louis possa tornare a casa e dimostrare la sua innocenza”.
Lei crede o ha mai creduto che Louis fosse innamorato al punto da compiere il delitto per difenderla?
“No, non lo credo possibile”.
Ritiene che in qualche modo, magari parlando insistentemente del rapporto conflittuale con sua suocera, possa avere indotto Dassilva a pensare di uccidere Pierina per tutelare la vostra relazione?
“Io con Louis di mia suocera non parlavo. Più probabilmente mi ha vista sofferente per ciò che stava capitando nella mia famiglia. È vero che io e Pierina non ci parlavamo da mesi e questa sua freddezza e il muro che aveva eretto nei miei confronti mi faceva sentire messa all’angolo. Faticavo a nasconderlo”.
La sera dell’omicidio, però, lei aveva palesato a Louis i timori per l’indomani. Per quel giudizio al cospetto degli anziani dei testimoni di Geova...
“Nei messaggi usai la parola ’giudizio’, in realtà era un confronto. Un confronto che faceva seguito ad uno precedente e durante il quale dovevo dire agli anziani se fossi voluta tornare sui miei passi e rinunciare alla relazione extraconiugale oppure no e rischiare la disassociazione. Ma la mia relazione extraconiugale era cosa nota da quando me ne ero andata di casa e lo avevo confessato a mio marito, pur senza fare mai il nome di Louis. E mai Pierina ne aveva parlato agli anziani, tanto che chiesi io a loro se si fossero mai confrontati con mia suocera e mi dissero di no”.
Quella mattina al confronto lei avrebbe cambiato condotta?
“No, in quel momento non lo avrei fatto”.
Ma allora cosa c’è stato davvero tra lei e Dassilva?
“Da parte mia un forte sentimento, c’è ancora. Secondo me c’era inizialmente un forte sentimento pure da parte sua, ma non era sullo stesso livello”.
In che senso?
“Io ero disposta a mettere la mia vita in discussione per lui. Lui non l’ha mai fatto. C’è stato un momento in cui l’ho sperato, ma non l’ha mai fatto”.
Se la vostra relazione era “poco importante”, perché allora affrettarsi a cancellare i messaggi tra voi dopo aver scoperto il cadavere?
“Non volevo metterlo in difficoltà. Tutti sapevano che avevo un amante, ma non che fosse lui”.
Ci sono poi quegli 11 minuti mal contati da quando trova il cadavere a quando chiama i soccorsi. Cosa ha fatto in quei minuti e dov’era Dassilva?
“Io quando arrivo di sopra da Louis sono sotto choc. Gli ho detto ’di sotto c’è una donna, sta male. Aiutami!’. E lì ho preso e sono ripartita giù per le scale. Io sapevo che in virtù dei nostri rapporti mi avrebbe aiutato, ma non l’ho aspettato. Mi hanno chiesto se sia sceso dietro di me per le scale, ma io non sentivo nulla dietro di me, avevo solo bisogno di tornare da quella persona distesa di sotto. Di Louis ho contezza quando andiamo nel seminterrato e riapro la porta tagliafuoco per la seconda volta, lì mi rendo conto di avere un vicino alla mia destra e Louis alla mia sinistra. Non so come ha fatto ad arrivare lì. Non so se è sceso in ascensore, se era scalzo, né com’era vestito. So che li avevo alle mie spalle e ricordo che il mio vicino aveva una torcia per illuminare il seminterrato e Louis è stato l’ultimo a vedere. Era dietro di me e si è proteso in avanti per vedere”.
Che lei ricordi, qualcuno si è avvicinato al corpo di Pierina?
“Quando c’ero io no. Nella chat del condominio scrissi anche di non passare dal seminterrato perché c’era mia suocera senza vita di sotto, proprio per cercare di lasciare tutto inalterato”.