Rimini, 10 settembre 2024 – C’è tensione e c’è speranza nell’animo di Louis Dassilva. Mentre gli agenti di polizia penitenziaria lo scortano nell’aula del tribunale di Bologna in cui ieri mattina si è tenuta l’udienza fiume davanti ai giudici del Tribunale del Riesame sulla misura cautelare in carcere che lo riguarda, Dassilva non parla. Scambia appena due parole con i propri avvocati: sa bene che in ballo c’è la riconquista della libertà o un prolungamento della permanenza in carcere.
Ed è una vera e propria maratona giudiziaria quella andata in scena ieri al Riesame, che per oltre sei ore – dalle 9 circa e fino a dopo le 15 – ha ascoltato ed esaminato le produzioni e deduzioni portate in seno ai giudici dalla Procura e dal pool difensivo di Dassilva – rappresentato dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi –. Nello specifico, la difesa di Dassilva ha preso posizione punto su punto, contrapponendo la propria versione alle deduzioni contenute nelle quasi 120 pagine di ordinanza del gip per il cui effetto Dassilva si trova in carcere dallo scorso 16 luglio nelle vesti del presunto killer di Pierina Paganelli. A propria volta gli avvocati del metalmeccanico 34enne hanno fatto produzioni documentali, presentato gli esiti di indagini investigative e perizie che direbbero “tutto il contrario rispetto alle conclusioni compiute dagli investigatori”.
Sotto la lente in particolare c’è il video della farmacia ’San Martino’, in cui viene ripresa una persona rientrare in via del Ciclamino 31 con tempi e modalità congrue al delitto. Quella persona stando all’accusa sarebbe proprio Louis Dassilva. Opposto il parere degli avvocati Fabbri e Guidi, per cui “Dassilva non è l’ignoto che appare nel video e di conseguenza non è il killer”. Ipotesi suffragata nelle trame difensive a dire dei legali anche da elementi portati in Riesame dalla Procura stessa. “Sono tanti gli elementi nuovi portati all’attenzione del Tribunale, ci sono 15 allegati prodotti dall’accusa che danno risultanze importanti anche in ottica difensiva, ma nessuno degli elementi portati dalla Procura ci ha sorpreso, nulla di nuovo ed eclatante.
Nemmeno, sempre stando agli avvocati di Dassilva, la t-shirt e gli occhiali da lavoro: “Sono elementi che non constano come elementi dell’udienza. Non è corretta questa ipotesi, non sono questi gli elementi nuovi emersi. Non c’è nessuna maglietta, per quanto riguarda gli occhiali è un discorso più ampio e diverso che è stato affrontato in sede di Riesame. Noi al termine dell’udienza abbiamo richiesto la completa scarcerazione del nostro assistito o l’attenuazione della misura restrittiva”. E Louis? “Dassilva nel corso dell’udienza è rimasto fiducioso su quanto verrà deciso dal Tribunale del Riesame, pur conservando la tensione del momento”, conclude l’avvocato Fabbri.