Rimini, 26 novembre 2019 - Scoperta dai carabinieri una presunta frode in competizioni sportive e in concorsi nel mondo della danza professionistica: otto gli indagati. Sono quattro istruttori, due giudici di gara, un direttore di gara e Michele Barbone, presidente della Fids (Federazione Italiana Danza Sportiva). Eseguite sette misure coercitive e interdittive. Per tutti l'accusa, a vario titolo, è frode in competizioni sportive in concorso.
L'operazione è stata eseguita nelle province di Milano, Monza-Brianza, Varese, Terni, Reggio Calabria, Matera e Bari. In particolare, è stato applicato il divieto di esercitare professioni o rivestire incarichi all'interno di società sportive per sei mesi a un istruttore di danza e a due giudici federali Fids; l'obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria per un direttore di gara Fids e tre istruttori di danza.
L'intera frode ruotava attorno alla figura dell'istruttore di danza tesserato Fids, che risulta tra i sette indagati. Era uno degli istruttori Fids a ricevere le segnalazioni sugli atleti da favorire. Una volta vagliate e valutate, le comunicava a giudici, direttori di gara, o ad altri soggetti che poi avrebbero contattato le giurie. Il gip di Rimini ha disposto vari provvedimenti cautelari interdittivi e coercitivi.
Tra gli indgati c'è anche Michele Barbone, presidente della Federazione Italia danza sportiva. Barbone risponde di omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale per non aver segnalato all'autorità giudiziaria gli illeciti penali, cioè le frodi, di cui avrebbe avuto notizia nelle qualità di presidente. In particolare questi gli sarebbero stati comunicati da un giudice ed erano relativi a segnalazioni ricevute da una tesserata per favorire atleti partecipanti ai campionati italiani del 2018.
Gli investigatori hanno messo in campo anche intercettazioni, pedinamenti e telecamere nascoste nel corso degli 11 giorni della manifestazione Sportdance per ricostruire il funzionamento del sistema che appare un "sistema rodato". Secondo la ricostruzione, le scuole di danza 'amiche' di un istruttore che era in grado di influenzare i giudici di gara, segnalavano gli atleti da far arrivare tra le prime quattro posizioni. Dietro lo scambio di favori non è stato riscontrato il passaggio di denaro. L'ipotesi dei militari dell'Arma è che i risultati favorevoli avrebbero permesso alle scuole di accrescere la propria visibilità nel mondo della danza.
La difesa
"Il presidente federale non è mai entrato in possesso o ha avuto conoscenza di nomi, elementi e/o documenti che lo avrebbero obbligato a inoltrare un rapporto all'autorità giudiziaria o sportiva". Lo scrive in una nota la Fids che prosegue: "La Fids ha appreso da alcuni organi di stampa che un ex procuratore sportivo avrebbe ipotizzato inviando una nota alla Procura della Repubblica di Rimini che successivamente si sarebbe consumata una frode sportiva da parte di dirigenti federali. Nella conferenza stampa di questa mattina gli investigatori dell'Arma dei Carabinieri di Rimini hanno escluso il coinvolgimento di dirigenti della Fids".