Crescono i prezzi di hotel e ristoranti: si raffredda la voglia di vacanza

L'osservatorio dei prezzi di Federconsumatori segnala un aumento dei costi a Rimini, con inflazione annua del +1,6%. I rincari maggiori si registrano nei settori sanitario, istruzione, trasporti e ristorazione. Le famiglie potrebbero ridurre le spese per le vacanze. Federconsumatori chiede interventi governativi per contrastare le disuguaglianze e propone misure per sostenere i redditi medio-bassi.

Crescono i prezzi di hotel e ristoranti: si raffredda la voglia di vacanza

Crescono i prezzi di hotel e ristoranti: si raffredda la voglia di vacanza

Il conto al ristorante è sempre più caro. Lo dice l’osservatorio dei prezzi di Federconsumatori. "A Rimini l’inflazione a maggio si attesta al +1,6% su base annua, il doppio di quella nazionale, con ricadute di 490 euro annui in più a famiglia con queste stime – spiega Graziano Urbinati, referente provinciale dall’associazione –. A crescere in misura maggiore, in vista delle vacanze, sono i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona". L’arrivo dell’estate secondo Federconsumatori ha dato un’ulteriore spinta ai prezzi nella provincia riminese. "Aggravi che incideranno ulteriormente sul potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle a basso reddito, incidendo sulle loro scelte di consumo e, in questa fase, sull’andamento del settore turistico, accrescendo disparità e disuguaglianze".

Sono principalmente quattro i settori dove si sono visti i maggiori rincari: le spese sanitarie (+4,5%), le spese per l’istruzione (+4%), quelle per i trasporti (+3,9%) e per servizi ricettivi e ristorazione con un +2,9%. La voglia di vacanza potrebbe venir meno, avvertono dall’associazione. "Alla luce di tale andamento è necessario che il governo adotti provvedimenti immediati, ma soprattutto incisivi, che siano in grado di rilanciare la domanda interna, con un’attenzione particolare alle famiglie che si trovano in maggiore difficoltà". Le proposte di Federconsumatori sono tre. "La creazione di un fondo di contrasto alla povertà energetica. Serve inoltre una riforma delle aliquote Iva sui generi di largo consumo che consentirebbe alle famiglie, secondo le nostre stime, di risparmiare oltre 531,57 euro annui". Infine servono "azioni di contrasto alle disuguaglianze, che passino per il rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni, la resa strutturale del taglio del cuneo fiscale e una riforma fiscale equa, tesa a sostenere i redditi medio-bassi e non ad agevolare quelli più elevati". I soldi andrebbero trovati "con una intensificazione della lotta all’evasione fiscale".