LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Crac Aeradria, innocenti dopo nove anni

Respinte le richieste di condanna dei pm per Gnassi e gli altri big, si chiude una delle pagine più dolorose della politica riminese

L’ex presidente della Provincia Stefano Vitali e l’ex sindaco Andrea Gnassi

L’ex presidente della Provincia Stefano Vitali e l’ex sindaco Andrea Gnassi

Rimini, 15 gennaio 2022 - A nove anni dall’inizio delle indagini, si chiude con una sola condanna e l’assoluzione di tutti i ‘big’ della politica il processo di primo grado per il crac di Aeradria, l’ex società di gestione dell’aeroporto ‘Fellini’ di Rimini-San Marino.

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Con la sentenza letta alle 21 di ieri (dopo quasi 12 ore di camera di consiglio) i giudici del collegio hanno condannato a 4 anni per bancarotta fraudolenta Santo Pansica, commercialista delle società controllate Air ed Rdr, assolvendolo da alcuni capi di imputazione e dichiarandone prescritti altri. Dalla stessa accusa (e da tutte le altre) è stato invece assolto l’ex presidente della Provincia Stefano Vitali (difeso dagli avvocati Moreno Maresi e Mattia Lancini). Assolti l’ex sindaco Andrea Gnassi (difeso dall’avvocato Nicola Mazzacuva) e il presidente della Fiera Lorenzo Cagnoni (difeso dagli avvocati Cesare e Roberto Brancaleoni), i quali erano a processo per concorso esterno nel ricorso abusivo al credito (le cosiddette lettere di patronage). Confermata l’assoluzione, chiesta anche dalla Procura, per Manlio Maggioli e Mario Formica. Assolto infine anche Fabio Rosolen (che era difeso dall’avvocato Liana Lotti). L’inchiesta era coordinata dai sostituti procuratori Luca Bertuzzi e Paolo Gengarelli, che avevano chiesto condanne per più di undici anni.

La società di gestione dell’aeroporto di Rimini era stata dichiarata fallita dal tribunale nel 2013, dopo aver chiuso il 2012 con un deficit di patrimonio netto pari a 17 milioni. Le indagini (affidate al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza guidata dal maggiore Marco Antonucci), di fatto, si erano messe in moto poche settimane dopo, con l’iscrizione dei primi nomi nel fascicolo aperto dalla procura, ma soltanto nel gennaio del 2018 si era arrivati alla prima udienza davanti ai giudici del collegio. Da allora il processo per il crac di Aeradria si è trascinato per circa quattro anni tra mille rinvii ed intoppi, dovuti in parte anche all’emergenza Covid.

L’ipotesi accusatoria dell’associazione a delinquere, quella più pesante, era stata dichiarata decaduta dal gup Vinicio Cantarini già nel luglio del 2017, dichiarando il non luogo a procedere perché il fatto non sussite. Nel dicembre del 2020 il tribunale di Rimini, dopo una lunghissima camera di consiglio, aveva deciso di stralciare parte della maxi inchiesta. Il collegio aveva annunciato la prescrizione di molti dei reati contestati, disponendo anche il dissequestro dei beni. Con quella decisione di fatto erano usciti definitivamente dal processo l’ex presidente della provincia Ferdinando Fabbri e l’ex sindaco di Rimini Alberto Ravaioli. Prescrizione intervenuta anche per l’ex sindaco di Riccione Massimo Pironi. Rispetto alle cosiddette lettere di patronage, lo scorso maggio, il pm Bertuzzi aveva contestato a Gnassi e Vitali un aggravante, ovvero di aver commesso il fatto con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione. Ma per la vicenda delle lettere di patronage, alla fine, è arrivata l’assoluzione.