"Per quanto riguarda il miglioramento della sicurezza in spiaggia noi chioschisti e gestori di chiringuito, come del resto gli stessi bagnini, facciamo già da parecchi anni la nostra parte, con telecamere ormai quasi in tutti i ristobar e illuminazione notturna, a nostre spese. Detto questo non ci possono gravare di responsabilità che non sono nostre, cioè di rispondere in qualche modo della sicurezza nel suo complesso. Nè è pensabile tecnicamente, ad esempio, fare timbrature sul braccio a minorenni in uno spazio per definizione aperto come l’arenile". Parole e musica di Marco Mauri, presidente del Consorzio Ristobar Spiaggia Rimini, che raccoglie più di 70 ristoranti e bar sull’arenile.
Una ’linea’, rispetto al decreto Piantedosi, condivisa in pieno dal presidente di Confartigianato Imprese Demaniali, Mauro Vanni: "Il decreto Piantedosi cita anche gli stabilimenti balneari. Intanto ricordo che noi bagnini, già da alcuni anni, ovvero dall’ordinanza del Comune in materia, qui a Rimini siamo tenuti a pagarci telecamere e illuminazione esterna, a supporto di quella pubblica. Ma la sensazione è che il decreto sia fatto su misura delle attività di spiaggia dove, in gran parte d’Italia ma non a Rimini, il concessionario ha ’tutto’: ombrelloni, bar, ristorante, pedalò".
"Ciò detto – aggiunge Vanni – mi pare che l’idea di marcare con timbri i minori non sia il massimo, e tra l’altro diffondere la notizia nei giorni nei quali si ricordano gli 80° dall’Olocausto pare particolarmente inopportuno. Più che noi bagnini saranno titolari di chioschi bar e chiringuiti a occuparsi della cosa. Forse basterebbe, come già si fa, chiedere i documenti da parte del chioschista, quando un ragazzo sembra troppo giovane per gli alcolici. Non siamo nè tenuti nè autorizzati ad andare oltre. Per quanto riguardo i bagnini, come fai, non dico timbrare, ma anche chiedere i documenti a dei ragazzini che magari vengono in spiaggia solo a giocare a beach volley? Tra l’altro la gente in spiaggia è in costume, e spesso non ha neppure i documenti".
"L’applicabilità pratica del provvedimento – chiosa Mauri – mi pare di difficilissima attuazione. Se chiedo un documento a un ragazzino e quello mi risponde che sta andando a fare il bagno in mare, come mi dovrei comportare? Vorrei che mi venisse spiegato".