MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Concorso truccato. Poliziotto sospeso resta senza stipendio. Il Tar: "Non può lavorare"

L’agente accusato di aver mandato all’esame un’altra persona al suo posto. Ricorso contro il provvedimento disciplinare, ma i giudici lo respingono.

La Questura ha sospeso dal lavoro l’agente indagato per il concorso truccato

La Questura ha sospeso dal lavoro l’agente indagato per il concorso truccato

Le accuse nei suoi confronti sono gravissime. Avrebbe partecipato a L’Aquila all’esame di ammissione alla scuola superiore di ispettori e sovrintendenti della guardia di finanza, facendosi sostituire da un’altra persona alla prova scritta. Lui è un giovane agente in servizio alla Questura di Rimini, indagato insieme ad altri nell’inchiesta condotta dalle fiamme gialle contro alcuni concorsi pubblici, svolti tra il 2018 e il 2021. Sono oltre 50 le persone finite sul registro degli indagati (tra loro molti carabinieri, poliziotti, agenti della polizia penitenziaria) con l’accusa di falso, truffa e sostituzione di persona.

Il caso era scoppiato nel 2022. Il processo non è ancora iniziato. Nel frattempo, in via cautelare, il poliziotto riminese è stato sospeso a tempo indeterminato dal lavoro. Il provvedimento gli è stato notificato a inizio febbraio del 2023: da allora l’agente – che ha una trentina d’anni – è sospeso dal servizio senza stipendio. Pochi mesi dopo il poliziotto ha presentato ricorso contro la sospensione dal lavoro, contestando la legittimità del provvedimento e chiedendo di poter tornare in servizio. Ma il Tar, con la sentenza pubblicata l’altro ieri, ha respinto il ricorso. Secondo i giudici del Tribunale amministrativo regionale "il reato contestato è di particolare gravità e, pur non essendo attinente al servizio svolto, risulta incompatibile col mantenimento dello status di agente della polizia di Stato, considerate le indubbie ricadute negative di tale comportamento sul prestigio dell’amministrazione e sull’affidabilità e integrità dello stesso operatore di polizia". Un comportamento "in evidente contrasto con i principi di moralità e rettitudine che devono improntare l’agire di un agente della polizia di Stato".

Per i giudici, inoltre, "non possono ravvisarsi né il difetto di istruttoria né la violazione delle garanzie procedimentali". Difeso dagli avvocati Enrico Iossa, Paolo Palma e Michele Lombardi, l’agente aveva infatti contestato anche le modalità e i tempi del provvedimento, visto che il concorso ‘incriminato’ è avvenuto nel 2019 e lui è stato sospeso nel 2023 senza alcuna istruttoria. Ma anche su questo il Tar non ha sentito ragioni: "La Procura ha comunicato all’amministrazione l’intervenuto esercizio dell’azione penale nei confronti dell’agente solo con nota del 20 gennaio 2023" e quindi "la sospensione dal servizio dal 7 febbraio 2023 è del tutto tempestiva". E trattandosi di una sospensine in via cautelare, per i giudici non occorreva prima avviare il procedimento disciplinare.

Respinto il ricorso dell’agente, che è stato condannato anche a pagare 2mila euro di spese legali e resta sospeso dal lavoro. Per i suoi legali "si tratta di un provvedimento ingiusto. Le indagini sono ancora in corso, il processo non è iniziato e il reato contestato all’agente non riguarda le sue condotte in servizio". La battaglia legale proseguirà.

Manuel Spadazzi