Imola (Bologna), 29 ottobre 2019 - Ha dovuto fare ricorso al Tar, affinché l’università le riconoscesse finalmente la cattedra di professore associato. Una battaglia legale che Anna Montini, docente e ricercatrice per il dipartimento di scienze economiche e assessore all’Ambiente di Rimini - dal 2016 - aveva cominciato quattro anni fa.
La Montini, insieme ad altri docenti, aveva partecipato al concorso dell’università per l’assegnazione di un posto da professore associato al campus di Rimini. Il primo posto le era sfuggito per un soffio. L’assessore, che lavora all’università fin dal 2000, si era piazzato secondo con un punteggio di 70, mentre il vincitore aveva vinto con 72,5 punti. Ma la Montini, difesa dall’avvocato Antonino Morello, non si è arresa e ha fatto ricorso al Tar, convinta di aver subito un’ingiustizia. Prima di tutto, perché il docente arrivato prima di lei ha svolto un quarto dell’attività didattica condotta in questi anni dalla Montini. La commissione d’esame ha conferito il punteggio massimo (18) a ogni candidato che aveva svolto almeno 60 ore di attività di insegnamento frontale. Secondo il Tar è un criterio discutibile, perché «ha posto i candidati sullo stesso piano, con l’attribuzione del medesimo punteggio. Così facendo, la commissione è venuta meno al proprio compito di selezionare i candidati».
E’ stata accolta dai giudici anche un’altra delle obiezioni sollevate dall’assessore, ovvero il fatto che «sia stato attribuito il medesimo e massimo punteggio previsto (5 punti) alla consistenza complessiva della produzione scientifica dei candidati». Questo «senza graduare i punteggi in modo da osservare un giusto criterio di proporzionalità, valutando così maggiormente il candidato che presenti una maggiore consistenza della propria produzione scientifica». In questo modo «la commissione ha posto i candidati sullo stesso piano, con l’attribuzione del medesimo punteggio senza adeguata motivazione». Anche sotto questo profilo, per i giudici, «la commissione è venuta meno al proprio compito di selezionare i candidati».
I giudici hanno dato ragione alla Montini condannando l’università a pagare le spese legali (per un importo di 3mila euro) e, soprattutto, imponendo di rivalutare la posizione dell’assessore e del docente che ha vinto il concorso. A farlo dovrà essere un’altra commissione «e sulla base della documentazione la Montini – spiega il suo avvocato – potrà essere finalmente assunta come professore associato». Anche perché difficilmente l’università impugnerà la sentenza. Non lo farà sicuramente il docente che aveva superato la Montini in graduatoria: nel frattempo è stato assunto da un altro ateneo, sempre come professore associato.