REDAZIONE RIMINI

Concessioni, proroga corretta. Ma niente nuovi bandi in assenza di una legge chiara

Ecco i punti chiave fissati dal giudice di pace Stefano Santini nell’ordinanza emessa ieri riguardo al procedimento promosso da ’Balneari Rimini’ contro il Comune per "danno d’immagine" .

Concessioni, proroga corretta. Ma niente nuovi bandi in assenza di una legge chiara

Concessioni, proroga corretta. Ma niente nuovi bandi in assenza di una legge chiara

"Fino e non oltre il 31 dicembre 2025, in caso di ragioni oggettive che impediscano la conclusione della procedure entro il 31 dicembre 2024, l’occupazione dell’area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima. Le concessioni continuano in ogni caso ad avere efficacia sino alla data di rilascio dei nuovi provvedimenti concessori". Sono i punti chiave fissati dal giudice di pace Stefano Santini nell’ordinanza emessa ieri riguardo al procedimento promosso da ’Balneari Rimini’ contro il Comune. Un gruppo di 24 gestori di bar e ristoranti, assistiti dai legali Vincenzo De Michele e Gabriella Guida, ha chiesto risarcimento dei danni non patrimoniali che sarebbero stati provocati da Palazzo Garampi per aver prorogato la scadenza delle concessioni con delibera di giunta del 22 dicembre scorso, sino a fine 2024. Nell’ordinanza il giudice di pace aggiunge anche che "fino all’adozione dei decreti legislativi di cui al presente articolo" (cita il Decreto Milleproroghe 14/2023, e il ddl ’concorrenza’ 118/2022 del governo Draghi) "è fatto divieto agli enti concedenti di procedere all’emanazione dei bandi di assegnazione delle concessioni". Insomma, prima servono le regole d’inaggio generali che deve fissare il governo.

Non solo. Nell’ordinanza, zeppa di riferimenti normativi e a sentenze del Consiglio di Stato, il giudice di pace formula alcuni quesiti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Quesiti che sostanzialmente ruotano a questo interrogativo: se le concessioni demaniali marittime... come quella della società ricorrente, rientrano o meno nell’applicazione della Bolkestein, alias Direttiva servizi del 2006.

Ancora, "se le concessioni balneari come quella di cui è titolare la società ricorrente, iniziate prima del 28 dicembre 2009, sono comunque fuori dal campo di applicazione" della stessa Direttiva servizi. "Quest’ultimo è il quesito fondamentale posto dal giudice nell’ordinanza – spiega l’avvocato Vincenzo De Michele –. Ovvero, se quelle concessioni rientrano nella Bolkestein. A nostro avviso non rientrano. Ovviamente l’ordinanza emessa dal giudice di pace – conclude il legale –, è un provvedimento interlocutorio. Il giudice prima di decidere rimette gli atti alla Corte di Giustizia europea. Il giudice, come ordinario, ritiene di dover applicare le leggi dello Stato e quindi di non essere competente riguardo ai provvedimentin in questione. Dovrà essere la Corte di Giustizia europea a pronunciarsi anche sulla richiesta di 5mila euro fatta al Comune dal nostro assistito per i gravi danni di immagine provocati dall’incertezza del quadro giuridico".

Mario Gradara