Nove lavoratori non in regola, di cui 7 completamente "in nero" e 2 "in grigio" (ossia retribuiti in contanti e senza che fosse stato comunicato il lavoro intermittente). Questo il bilancio dell’attività di controllo condotta, a partire dai primi giorni del nuovo anno, dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Rimini, impegnata nel contrastare il lavoro sommerso e quello irregolare. Tra le varie attività coinvolte nei controlli, c’è anche una piadineria: qui le Fiamme Gialle hanno riscontrato la presenza di una commessa "in nero" che percepiva la retribuzione in contanti e non con mezzi tracciabili come invece previsto dalla legge. I successivi riscontri documentali hanno fatto emergere che anche un’altra commessa operante nella stessa attività commerciale, prima di essere assunta con contratto a chiamata, aveva lavorato per un periodo "in nero". Una volta assunta, il datore di lavoro, più volte l’ha impiegata irregolarmente, senza la comunicazione preventiva prevista per il lavoro a chiamata. In un hotel di Marebello sono stati scoperti tre lavoratori "in nero", mentre in un ristorante-pizzeria di Rivazzurra, ne è stato scoperto un altro che svolgeva le mansioni di pizzaiolo, oltre ad un cameriere risultato irregolare, in quanto le ore lavorate erano maggiori rispetto a quelle registrate sul libro unico del lavoro. Infine, al Gros di Rimini è stato identificato un ulteriore lavoratore "in nero" operante in un magazzino di logistica. Le attività finite nel mirino della Finanza rischiano ora la sospensione temporanea, a seguito della comunicazione inoltrata dalle Fiamme Gialle alla Direzione Territoriale del Lavoro di Rimini. I militari hanno multato i datori di lavoro con sanzioni amministrative il cui valore massimo può superare i 45mila euro.
CronacaCommesse e pizzaioli ‘in nero’: scattano le multe