REDAZIONE RIMINI

Coltellate nel pub a Bellariva: ecco la condanna per i due assalitori

La lite fuori da un locale in viale Regina Elena, la vittima era finita in coma ed è rimasta sfregiata in modo permanente: pene da 5 a 6 anni per la coppia coinvolta nell’agguato

Delle indagini sull’accaduto si era occupata la squadra mobile

Delle indagini sull’accaduto si era occupata la squadra mobile

Rimini, 7 dicembre 2024 – Un fatto tanto grave e sanguinoso da spingere il questore di Rimini a chiudere il locale di Bellariva all’esterno del quale si era consumato. L’episodio in questione è il brutale accoltellamento avvenuto la notte tra il 10 e l’11 agosto del 2021 in via Regina Elena fuori dal Tantra Bar.

Lì tre ragazzi marocchini erano stati ferocamente aggrediti con un coltello e cocci di bottiglia – per motivi mai del tutto chiariti, forse per una discussione nata lì per lì o per vecchie ruggini – da cinque giovani nordafricani, inclusi due giovanissimi tunisini, all’epoca appena ventenni. Questi ultimi, braccati dagli agenti della squadra mobile e poi arrestati in un hotel di Marina centro dov’erano andati a rintanarsi, sono stati ora condannati dal gup Raffaele De Florio nel corso del processo con formula del rito abbreviato. Otto anni era stata la richiesta del pubblico ministero Davide Ercolani. Il gup ha condannato Saifeddine Hleli, 24 anni (già in carcere per un’altra vicenda), a 5 anni e 8 mesi, e Yazid Gouri, 23 anni, a 6 anni e un mese di reclusione. Il primo era difeso dall’avvocato Liana Lotti, il secondo da Ninfa Renzini. L’allarme era scattato quando, quella notte di tre anni e mezzo fa, un’auto era arrivata a tutta velocità sulla rampa d’accesso del pronto soccorso di Rimini. Ne erano usciti tre giovani marocchini interamente coperti di sangue, uno dei quali più morto che vivo.

Quest’ultimo, raggiunto da più coltellate all’addome e con una vistosa ferita (che poi sarebbe diventato uno sfregio permanente) sotto l’occhio sinistro, era finito in coma ed era stato trasportato in eliambulanza all’ospedale Bufalini di Cesena, dove per il rotto della cuffia i medici erano riusciti a salvargli la vita. Anche gli altri due marocchini erano feriti in maniera grave e anche loro erano stati soccorsi dal personale sanitario. In ospedale era quindi giunta la squadra mobile che, ascoltate le due vittime ancora coscienti, aveva dato inizio alla caccia agli aggressori, recandosi per prima cosa nel pub in questione. Gli investigatori erano riusciti a ricostruire il percorso di fuga del gruppetto composto da cinque nordafricani, alcuni dei quali (inclusi i due tunisini) erano stati riconosciuti da vari testimoni. Trovarli non era stato semplice perché nel frattempo i due si erano dati alla macchia.

Grazie ad alcuni pedinamenti ed intercettazioni telefoniche, gli agenti della squadra mobile erano stati però in grado di stringere il cerchio, circoscrivendo il raggio delle ricerche alla zona di Marina centro. Lì, in una piccola pensione, avevano trovato rifugio i due tunisini, insieme ad altri connazionali. Ed lì che i poliziotti li avevano arrestati portandoli infine in questura dove erano stati riconosciuti dalle vittime.