Targa, assicurazione obbligatoria e casco per chi si mette ‘alla guida’ del monopattino. La tempesta perfetta per mettere a serio rischio i servizi di sharing sul territorio, che soprattutto in estate vedono un migliaio di monopattini girare a Rimini tra la zona mare e il centro storico. Una riforma contestata da chi effettua il servizio, conferma Alessio Raccagna capo relazioni istituzionali del sud Europa per Lime uno dei due gestori, l’altro è Bit Technology, che curano lo sharing a Rimini. Il servizio è a rischio, ma chi lo svolge ritiene che non sia finita qui, con il voto del Parlamento. "Resto fiducioso sul fatto che le modifiche al Codice della strada, seppur diventate legge, vengano modificate in sede di decreti attuativi".
Se non arriveranno modifiche, è pensabile adattare il sistema di sharing alle nuove regole?
"Analizziamole una ad una partendo dalla targa che sarebbe obbligatoria. C’è una sentenza della Corte di giustizia europea che affronta la questione e pone l’obbligo di targa a quei veicoli che superano i 20 chilometri orari. Ebbene, i nostri monopattini hanno velocità fino a 20 chilometri orari, dunque inferiori. Quindi l’obbligo non si applica".
Mettiamo che la targa ‘salti’, ma il resto?
"Per quanto riguarda l’assicurazione, i nostri veicoli sono già assicurati".
Veniamo al casco, la modifica più controversa.
"Questa mi pare paradossale. Come potrei chiedere a un turista tedesco di portarsi il casco nella valigia? C’è chiaramente un ostacolo nell’integrare il servizio di sharing, che deve essere immediato e veloce, con l’obbligo per l’utente di dotarsi di casco. Ma anche in questo caso vedremo come andrà a finire".
Si aspetta delle sorprese?
"Una volta che la legge sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, cosa che avverrà nei prossimi giorni, parte il periodo di tempo di 12 mesi entro cui fare i decreti attuativi a cui lavoreranno tre ministeri. In passato il governo ha impiegato anche più tempo per altre modifiche. Ma se anche fossero rispettati i tempi non è detto che i decreti rispecchino la legge approvata dal Parlamento. Queste modifiche sono state ampiamente criticate da una pluralità di soggetti. Tornando al casco obbligatorio mi pare un punto ideologico. Noi operiamo con 35 milioni di viaggi dei nostri veicoli e non si è mai verificato un mortale. Cosa dovremmo fare per i pedoni visto che purtroppo dobbiamo documentare 536 decessi nell’anno? Il tema è questo: perché bisogna incidere con una legge sull’utente debole?"
Sperate in un ribaltone?
"Vediamo cosa accadrà, ma penso che non tutto è scritto. Noi comunque rimaniamo in prima linea e fiduciosi. Qui a Rimini effettuiamo oltre mezzo milione di viaggi. E’ una realtà in cui crediamo molto e in cui abbiamo una flotta di 500 monopattini e circa 400 biciclette".
Andrea Oliva