Club Nautico, una cordata per il rilancio

Masetti si dimette dopo il pressing di 35 soci scontenti della sua guida. Nuove elezioni entro il mese di novembre

Club Nautico, una cordata per il rilancio

La sede del Club Nautico di Riccione, fondato nel 1933

Il Club nautico cambia faccia. Una svolta vera e propria è quella che intende dare una cordata di soci, la maggioranza, decisa da mesi a chiedere un cambio di rotta deciso al consiglio direttivo guidato dal presidente Sebastiano Masetti. Un pressing che ha infine portato l’ormai ex presidente a dare le dimissioni, come il resto del consiglio, aprendo al rinnovo del consiglio entro il mese di novembre. Ma nel farlo Masetti ha usato parole al vetriolo che non sono affatto piaciute a chi "si è sempre mosso nel pieno rispetto dello statuto chiedendo un confronto serio" premette Maurizio Damerini, socio e firmatario della lettera con cui si chiedeva alla presidenza un passo indietro. L’ex presidente, congedandosi, ha parlato del suo operato precisando come sia stato improntato a privilegiare il Club e la scuola di vela anziché concentrarsi sulle mangiate o dispensare favori. Parole che hanno mosso la replica di chi crede nel Club e oggi all’ex presidente rinfacciano "una difficoltà evidente nel relazionarsi con i soci". L’estate appena trascorsa è stata caratterizzata da acque agitate nel Club fin da quando, l‘8 giugno scorso, i soci non avevano voluto approvare il bilancio aprendo a una rottura forte con la dirigenza. Rapporti che hanno continuato a incrinarsi con il malumore di chi attendeva risposte da parte del presidente ed invece notava come lo stesso Masetti non avesse portato la propria imbarcazione nel porto riccionese lasciandola a Rimini. "Non avrei mai fatto un attacco ai presidenti che mi hanno preceduto, ai soci o a chi ha lavorato per il Club" ribatte Franca Mulazzani ex revisore dei conti che si è dimessa prima dell’8 giugno. "Da ex revisore dei conti posso dire che non c’erano 40mila euro di debiti. Il Club nautico è una Asd, associazione sportiva dilettantistica, che lavora per cassa, quanto entra viene speso. Ritengo che il ruolo del presidente debba essere quello di ascoltare gli associati. Siamo passati da un centinaio di soci ad appena una sessantina. La scuola vela è arrivata ai minimi storici. Da presidente mi sarei chiesta perché così tanti associati chiedevano le dimissioni del presidente. Questo avrei fatto se avessi guidato il Club, non attaccato soci e chi mi aveva preceduto". Damerini rincara la dose: "Crediamo che il Club nautico debba avere rapporti cordiali con l’amministrazione pubblica scevri da ideologie, perché siamo una realtà sportiva e apolitica". Ed ora si apre la partita per il nuovo consiglio con le elezioni che cadranno entro la fine di novembre. "Andremo a costituire – chiude Damerini – un gruppo che voglia rilanciare il Club nautico perché riteniamo che questa realtà storica, nata nel 1933, abbia bisogno dei suoi soci e dell’intera città di Riccione".

Andrea Oliva