Pulizia, verde adeguato, sicurezza e controlli su quelle strutture che possono nascondere ospiti indesiderati. Per gli operatori di viale Ceccarini si potrebbe partire da qui per porre le basi all’arrivo di una clientela vip. Le parole di Fabrizio De Meis, direttore dello Space Riccione, intenzionato l’anno prossimo a puntare sulla clientela vip, hanno solleticato le corde di commercianti e imprenditori. Per De Meis non è un sogno. Già quest’anno c’era chi arrivava al locale in collina atterrando in jet privato, pronto a spendere 10mila euro per una Space box, le aree privè da cui seguire gli spettacoli. Ma quel cliente, uscito dal locale, ha bisogno di un luogo e di servizi adeguati. "Clientela vip? Magari, ma oggi in città mancano i presupposti" premette Massimiliano Giusti della boutique Antonia. "I problemi sono evidenti. Ci dicono che i numeri delle presenze sono in aumento, ma qui, in centro, questi turisti in più non li abbiamo visti. Mancano le basi: pulizia della città, verde curato e sicurezza. Potremmo almeno partire da qui. E c’è un grosso problema con vecchie strutture ricettive, privati che non investono e finiscono per rovinare il prodotto cittadino". Tradotto, "basta con il turismo di massa a basso prezzo". Riccione, anche per Roberto Corbelli, presidente di Cna, dovrebbe dare un taglio a una cultura turistica radicata, ma figlia del passato. "Il turismo di massa è finito. Oggi esistono le nicchie di clienti a cui puntare. Penso che esista ancor oggi una fascia bassa di mercato, ma che finisce per non essere più conveniente. È altrettanto evidente che il mercato italiano oggi è in difficoltà e diviene necessario guardare all’estero. La città è fatta di tante realtà, dal commercio al balneare e così via. Ma se vogliamo cambiare dobbiamo ragionare nell’ottica di città nella sua interezza e non possiamo più limitarci a guardare al solo orticello".
Per intraprendere questo percorso, dice Corbelli, servono anni, ma bisogna partire. Dall’altra parte dello stivale Anna Baleani ha trovato una realtà diversa aprendo a Forte dei Marmi. "La differenza c’è. Attenzione e cura. A Forte dei Marmi i cestini dei rifiuti vengono svuotati più volte al giorno e i viali puliti con costanza. Purtroppo a Riccione viviamo problemi di frequentazioni, e il centro è invaso da ragazzini a torso nudo. Abbiamo tante e troppe piccole strutture ricettive che non hanno più senso e finiscono per essere un ricettacolo di situazioni rischiose. Abbiamo i bazar. Bisogna cambiare". Per Mauro Bianchi, presidente del consorzio Riccione intrattenimento, "è possibile portare gli imprenditori a investire su Riccione, ma servono regolamenti e provvedimenti, da parte dell’amministrazione, che offrano opportunità".
Andrea Oliva