REDAZIONE RIMINI

Cinquanta milioni per ampliare la Fiera

Il piano di Ieg: padiglione in zona ovest e parcheggio. Cagnoni: "Fusione con Bologna? Nessuna obiezione, ma la politica resti fuori"

Cinquanta milioni di euro per ampliare il complesso fieristico. Il piano di investimenti di Ieg, Italian Exhibition Group, è ambizioso, ammette l’amministratore delegato Corrado Peraboni, ma figlio di una visione che negli ultimi anni, in modo particolare quelli pre pandemia, ha visto crescite importanti anche del 24% annuo del fatturato rispetto al 14% previsto. Ora l’obiettivo è di aumentare del 50% i ricavi del 2019. Queste le premesse del nuovo piano quinquennale presentato da Ieg che ieri con Peraboni e il presidente Lorenzo Cagnoni è scesa nei dettagli dello sviluppo riminese e vicentino del piano. Il quartiere fieristico riminese verrà ampliato con una nuovo grande padiglione all’ingresso ovest. La superficie netta da destinare agli eventi sarà di circa 9mila metri quadrati, cosa che farà arrivare l’intero quartiere fieristico a una superficie complessiva da utilizzare per le manifestazioni di circa 73mila metri quadrati. Il nuovo padiglione sarà completato entro il 2027. Se le attuali grandi fiere quali Ecomondo, ad esempio, dovessero rendere necessario utilizzare nuovi spazi prima di quella data saranno realizzate strutture temporanee. Va in soffitta, invece, l’ipotesi progettuale pre pandemica che prevedeva all’ingresso est una grande struttura tecnologicamente attrezzata anche per grandi eventi musicali. "Ad oggi – spiega Cagnoni – quel progetto è rimandato. Comunque sia avrebbe reso una superficie simile in metri quadrati a fronte a una spesa decisamente superiore, circa 80-85 milioni di euro". L’investimento contenuto nel nuovo piano prevede anche un ampliamento dei parcheggi per 170mila metri quadrati. Sommando quanto verrà realizzato a Rimini con i lavori al complesso fieristico vicentino, le nuove acquisizioni per circa 11 milioni di euro e interventi vari si arriva a sfiorare i 140 milioni di euro.

Ieg guarda sempre più a uno sviluppo internazionale e quando si parla si sviluppo e crescita torna l’attenzione sulla ormai nota ipotesi di fusione tra le fiere di Bologna e Rimini. L’apertura dell’assessore regionale Colla a riprendere il confronto viene presa da Cagnoni favorevolmente. "Da parte nostra non ci sono obiezioni" tuttavia "l’auspicio è che si parli di progetti industriali" mentre "la politica ci interessa, ma in altri contesti". D’altronde lo stop al confronto dettato a suo tempo dalle elezioni nei due comuni non convince il presidente, "in realtà non era solo così, ma era una risposta convincente". Ora si ripresenta l’ipotesi di una fusione che se da un lato "è la più convincente delle operazioni" dall’altra "è anche la più complicata. Ciascuno ha un piano di sviluppo con logiche diverse. Noi abbiamo reso noto il nostro, speriamo lo faccia anche Bologna". Se sarà lo stesso Cagnoni al tavolo delle trattative è da vedere. "Il mio mandato scade nella primavera del 2024", mentre il confronto "potrebbe avvenire al termine dei rispettivi piani industriali oppure a breve". A un piano industriale ambizioso si contrappone la quotazione in borsa che non sta regalando soddisfazioni. Il "peggio di così non poteva andare" pronunciato da Cagnoni rende l’idea. Ieri le azioni sono arrivate a 1,89 euro, quando il valore di entrata era di 3,70, e a seguire erano arrivate sopra 5. Difficile dire con il senno di poi se la quotazione è stata la cosa giusta, ha detto Cagnoni, "ma oggi avrei più dubbi nel farla".

Andrea Oliva