"Il ciclone ha distrutto tutto qui nell’arcipelago di Mayotte, e provocato centinaia, probabilmente migliaia di vittime. Siamo bloccati, senza elettricità, senza acqua nè cibo, in attesa di soccorsi e aiuti che non arrivano. Col rischio che bande di disperati si scatenino aggredendo e rapinando le persone. Ci prepariamo agli attacchi". E’ un grido d’allarme lancinante quello che viene da da Roberto Manoli, romagnolo di Alfonsine, grazie a un breve momento di funzionamento del suo cellulare. Rilanciato anche dalla sua compagna, Grazia Biondi Di Nenno, con la quale vive a Rimini. L’arcipelago francese di Mayotte è tra Madagascar e Mozambico, nell’Oceano Indiano. Devastato da raffiche fino a 220 chilometri l’ora causati dal ciclone Chido, il peggiore degli ultimi 90 anni, che hanno messo in ginocchio Mayotte, distruggendo case e strade. Con un numero imprecisato di vittime. Da ieri risultano dispersi anche duecento volontari della Croce Rossa.
"Io sono ispettore di produzione per la ditta Marini Bomag, del Gruppo Fayat – spiega Manoli – che costruisce impianti per la realizzazione di strade. Sono arrivato qui il 7 dicembre con l’incarico di fare ispezioni delle macchine del Gruppo Fayat. Sarei dovuti ripartire per l’Italia ieri (lunedì per chi legge, ndr). Ovviamente è tutto bloccato. Ci sono solamente dei collegamenti attraverso voli militari dell’aeronautica francese. Niente voli di linea. Siamo nove italiani. La situazione sociale è pesante. Nonostante quello che le autorità vorrebbero comunicare all’esterno, stiamo vivendo un disastro apocalittico. Mancano aiuti, manca acqua e cibo. Io mi lavo con l’acqua piovana. Se non avessi avuti soldi forse ora non sarei qui a raccontare. I supermercati sono presi d’assalto da disperati: chi non ha denaro entra e ruba. Lo capisco. Io me la so cavare, ma il timore c’è. Nella mia carriera, ho 59 anni, ho visto tante situazioni pesanti. In Russia mi hanno anche arrestato, per errore. Ma quello che sta accadendo qui supera tutto". "Da lontano il dolore e la preoccupazione per il mio compagno sono immensi – dice Grazia Biondi Di Nenno –. Ci si sente impotenti. Roberto affronta col sorriso e forza d’animo tutto questo. Lo ammiro".
Mario Gradara