ALDO DI TOMMASO
Cronaca

"Ciccione maledetto". Giovane calciatore insulta e deride l’arbitro

Dopo una partita del campionato Under 17 provinciale tra Sanges e Tropical Coriano, il direttore di gara è stato accerchiato. Un atleta gli ha rivolto offese pesanti: tre giornate di squalifica e 200 euro di multa alla società.

Arbitri ancora una volta presi di mira."Ciccione maledetto". Giovane calciatore insulta e deride l’arbitro

Arbitri ancora una volta presi di mira."Ciccione maledetto". Giovane calciatore insulta e deride l’arbitro

Rimini, 7 marzo 2025 – Un’altra domenica, un’altra partita, un’altra pagina buia del calcio giovanile. Questa volta il teatro dell’ennesimo episodio di violenza verbale contro un arbitro è stata una gara del campionato Under 17 provinciale tra Sanges e Tropical Coriano. Il risultato finale, 2-1 per il Tropical, è passato in secondo piano di fronte a ciò che è accaduto dopo il triplice fischio: il giovane direttore di gara, appartenente alla sezione di Cesena, si è trovato accerchiato e bersagliato da insulti di ogni tipo.

Non semplici proteste per le decisioni prese, ma un concentrato di volgarità e bodyshaming. Frasi pesanti come "Obeso di m..., ciccione maledetto" e "Vieni qui se hai coraggio", hanno trasformato il campo in un’arena di odio e aggressività gratuita.

Il referto arbitrale ha riportato fedelmente quanto accaduto e la sentenza del giudice sportivo Maria Luisa Trippitelli non ha tardato ad arrivare: 200 euro di ammenda alla Sanges per "aver circondato e aggredito verbalmente il direttore di gara con espressioni ingiuriose particolarmente odiose e mortificanti la sua dignità personale". Una decisione che sottolinea la gravità del fatto, ma che non può cancellare l’ennesimo episodio di intolleranza verso chi ha il compito di far rispettare le regole.

A rendere ancora più grave la vicenda è stato il comportamento dei tesserati della Sanges. Il giudice ha rilevato poi che "mentre il capitano della Sanges non interveniva per sedare gli animi, viceversa interveniva un dirigente che esortava i tesserati a chiedere scusa". Tuttavia, alcuni hanno continuato ad attaccare l’arbitro, sostenendo addirittura che fosse lui a dover porgere le scuse. A seguito di questo atteggiamento, il giudice sportivo di Rimini ha adottato misure disciplinari esemplari: espulsione fino al 10 marzo per un dirigente, ammonizione per un altro e tre giornate di squalifica per un giocatore della Sanges. Stando alle prime ricostruzioni, una volta finita la partita, le scuse della Sanges all’arbitro sono arrivate. Un gesto apprezzabile che però non cancella l’accaduto.

Un episodio gravissimo che, purtroppo, si inserisce in un contesto sempre più preoccupante. Solo pochi giorni prima, un’altra vicenda ha scosso il mondo del calcio dilettantistico: durante una partita di Terza Categoria tra Santagatese e Santa Giustina, un calciatore ha aggredito fisicamente l’arbitro, colpendolo al volto e insultandolo pesantemente. Il giudice sportivo, in quel caso, ha inflitto al giocatore una squalifica di tre anni e una multa di 500 euro alla società.

Questi fatti non possono essere considerati episodi isolati. Negli ultimi anni, la violenza nei confronti degli arbitri, sia verbale che fisica, è diventata un problema diffuso, specialmente nei campionati minori. Il calcio, che dovrebbe essere un momento di sportività e crescita personale, si sta trasformando in un’arena di insulti e aggressioni, dove il rispetto per le regole e per chi le fa rispettare viene calpestato.

La questione è seria e richiede una riflessione profonda da parte di tutte le componenti del mondo calcistico: federazioni, società, allenatori, giocatori e tifosi. La tutela della figura arbitrale deve diventare una priorità assoluta. Senza arbitri, non esiste il gioco. Senza rispetto, il calcio perde la sua essenza di sport educativo e formativo.

Occorrono misure più severe e un impegno maggiore per sensibilizzare giovani e adulti sull’importanza del rispetto in campo. Solo così sarà possibile restituire al calcio i valori positivi che dovrebbe trasmettere: lealtà, sportività e crescita personale. La speranza è che episodi come quello di Sanges-Tropical Coriano non diventino la norma, ma restino eccezioni in un calcio finalmente più sano e rispettoso.