
Imprenditori di Santarcangelo condannati dai giudici a risarcire il Comune
Quella struttura adibita a garage non poteva essere costruita. Il motivo? Per realizzarla è stato abusivamente chiuso un canale (la fossa Patara) deviando il suo corso, "con rischi di allagamento per le aree limitrofe". E bene ha fatto il Comune di Santarcangelo, secondo i giudici, a rifiutare il condono chiesto da chi aveva commesso l’abuso. La battaglia legale approdata al Tar (il tribunale amministrativo regionale), è cominciata nel 2018, quando una famiglia di imprenditori che abita sulla Marecchiese, al confine tra Santarcangelo e Rimini, ha presentato ricorso dopo che è arrivato il diniego al condono. Condono che era stato chiesto molti anni prima, nel 2003. La richiesta della sanatoria all’epoca aveva ricevuto l’ok anche dal Consorzio di bonifica. Insomma, pareva tutto a posto. Ma dai successivi accertamenti si è scoperto che per la realizzazione della struttura era stato chiuso un canale, deviandone il percorso. E che il garage si trova in una fascia di rispetto idraulico e pertanto sottoposta a vincoli. Per questo nel 2017 il Consorzio di bonifica, dopo i sopralluoghi, segnala l’abuso edilizio al Comune di Santarcangelo chiedendo che venga demolita la struttura. E nel 2018 l’amministrazione respinge la domanda di condono. Da qui il ricorso dei proprietari, che sottolineano come fossero ampiamente decorsi i termini del parere negativo del Consorzio di bonifica e che il Comune non possa negare la sanatoria. Assistita dall’avvocato Giada Rossi, l’amministrazione ricostruisce la vicenda e difende le motivazioni che hanno portato a rifiutare il condono. E i giudici del Tar hanno dato ragione al Comune. Il ’no’ al condono è legittimo. I giudici hanno condannato gli imprenditori e i loro famigliari a pagare al Comune 4mila euro di spese legali.