
Eleonora Calesini oggi ha 36 anni
Sei aprile 2009. Notte fonda. Una fortissima scossa di terremoto distrugge L’Aquila. Il bilancio definitivo è di 309 vittime, oltre 1.600 feriti. Dopo 42 ore di ricerche ininterrotte, una ragazza di 20 anni viene estratta viva dalle macerie: è Eleonora Calesini di Mondaino, studentessa dell’Accademia dell’Immagine. All’epoca, i giornali parlarano del "miracolo di Pasqua". Sedici anni sono trascorsi e il ricordo di quel calvario – i colpi di quella scossa che sbriciolò l’appartamento che la mondainese condivideva con altre ragazze, poi il buio, la paura di non farcela e infine la luce – è scolpito nitidamente nella memoria di Eleonora. Che ieri, sul suo profilo Instagram, è tornata a chiudere giustizia per le studentesse e gli studenti che, purtroppo, non ce l’hanno fatta. "Non sarei qui a scrivere se non fosse necessario: c’è ancora molto da fare. Il nostro Paese non è ancora a misura di studente; vedo che le autorità continuano a lavarsene le mani. Stasera (ieri per chi legge, ndr), verso le 21.30, saranno passati 16 anni da quando sono stata estratta dalle macerie. Non avrei mai immaginato di essere qui a scrivere, né tantomeno di aver sentito qualcuno dire che la colpa fosse degli studenti, per la condotta incauta. Questo non riguarda solo chi non c’è più, ma soprattutto chi c’è ancora: abbiamo il dovere di portare avanti la testimonianza". Calesini si sofferma sulla recente decisione della Corte d’Appello dell’Aquila, che ha annullato la sentenza di primo grado che stabiliva una sorta di colpa nei confronti delle vittime che non erano scappate alla prima scossa, decurtando del 30% il risarcimento nei loro confronti. Un esito diametralmente opposto alla decisione assunta nel 2024 dalla stessa Corte d’Appello, che aveva respinto i ricorsi presentati dai familiari di sette giovani vittime, negando ogni risarcimento, attribuendo loro una "condotta incauta". È per loro, secondo Eleonora, che bisogna continuare a lottare. "Qualche giorno fa è uscito un articolo sull’annullamento della sentenza. In quel momento si è accesa una speranza: la giustizia esiste ancora. Ma poi ho sentito le parole del padre di uno degli studenti che portava avanti la causa, anche per conto della mia amica e coinquilina. E ho scoperto che quell’annullamento non li riguarda".