Con la sua carica di simpatia, tanta determinazione e ironia, Chiara Francini ieri è tornata in Riviera per presentare il suo ultimo film Coppia aperta, quasi spalancata (regia di Federica Di Giacomo), celeberrimo testo di Franca Rame e Dario Fo, che parla dell’amore di coppia e dell’amore nella sua molteplicità, mostrando cosa si è capaci di fare pur di agguantarlo. Sul set anche la mamma e il suo compagno. L’attrice, che in questo caso per la prima volta è pure produttrice, su invito di Giometti Cinema ha incontrato il pubblico della Multiplex Le Befane di Rimini e della multisala di Riccione.
Al centro del film c’è l’amore?
"Coppia aperta, quasi spalancata, ovunque in sold out, indaga sull’amore. Ha nel cuore il testo di Rame e Fo sul sempiterno amore e del sempiterno martirio quando si è coppia o si diventa di più. Indaga sulle modalità in cui l’umanità dalla notte dei tempi cerca di agguantare questo amore, il sentirsi amati e questa felicità. Quindi, io monogama traballante, parlo con chi ha fatto un altro tipo di scelta, quello del poliamore".
In che modo?
"Vado tra la gente come me per interrogarla, ma anche nei circoli dei poliamorosi e in quelli delle femministe con le quali dibatto, vado poi a conoscere il più vecchio poliamoroso d’Italia, Carlo Consiglio, 93 anni e tre fidanzate. Questo film non è bugiardo. Mi auguro che il pubblico veda in questo un affresco della realtà odierna, il provare ad amare e ad essere amati in tutte le modalità. Non dà risposte, ma cerca di suscitare dibattito".
Il film ha già fatto breccia.
"È stato presentato in apertura delle Giornate degli autori al Festival di Venezia, un’incredibile attestazione, tant’è che hanno dovuto aggiungere due sale, e poi anche perché questa è la prima pellicola che ho prodotto con la Nemesis, mia casa di produzione, assieme a tre soci che hanno messo insieme i grandi amori della nostra vita: teatro, cinema e amore per la verità".
La versione teatrale sarà ancora in tournée?
"Certo. Lo spettacolo continuerà a girare, anche se coronato dal film, tanto amato dalla critica, che per me è motivo di grande gioia. Anche il monologo Forte e Chiara farà una lunga tournée".
Forte e Chiara parla anche di Riccione?
"Ne parlo, perché è il luogo dove andavo in vacanza da piccolina. Riccione fa parte del mio libro, come pure del monologo. Era l’unico mitico luogo del mio desiderio, dove c’erano le discoteche Baia Imperiale, l’Echoes, il Cocoricò, che collimavano con la mia idea di vita, progresso e felicità. L’unica vacanza che il mutuo ha concesso alla mia famiglia è stata a San Mauro Mare, da un racconto straordinario di mio padre, da qui mi sono fatta accompagnare a Riccione, per me da sempre mondo dei sogni. Tutte le volte ci torno quindi volentieri".
Lavora intanto su un nuovo libro.
"Sto scrivendo il mio sesto romanzo che uscirà a breve. È una storia di famiglia ambientata tra la seconda Guerra mondiale e gli anni di piombo, quelli più devastanti, ma anche interessanti".
Nives Concolino